Il destino dei dannati

Halloween - Boys Love

[TW] Seul, anni ’50. Ajin, giovane domestico segnato da un incidente che lo ha lasciato invalido, lavora sotto il controllo della fazione criminale Taehoe, guidata dall’enigmatico Seokju. Tutto cambia quando quest’ultimo, non riuscendo a dormire, si interessa ad Ajin. La … altro


13 Episodi

Prologo

 

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I temi trattati in questo episodio potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori.

Il contenuto è rivolto a un pubblico adulto e consapevole.

 

La storia che stai per leggere è ambientata negli anni '50 in una Seul immaginaria. Nessun elemento culturale, storico, termine o personaggio si riferisce ad eventi reali.

 

Nel poker, la coppia di assi è la migliore mano che un giocatore può ricevere.

 

Cric... Crac...

 

La sua mente era ancora annebbiata, eppure riusciva a distinguere chiaramente lo scricchiolio del pavimento. Senza pensarci, Ajin aprì gli occhi. Un dolore sordo lo colse per via di quel suono, ma non si stupì. Ormai, non si stupiva più di nulla.

 

Si appoggiò a terra per cercare di alzarsi, ma la schiena e le gambe tremanti, insieme alle pesanti catene fissate saldamente alle sue caviglie, glielo impedirono. Si lasciò sfuggire un sospiro e si guardò i piedi: la pelle era talmente irritata da aver assunto una tonalità scarlatta.

 

Nel frattempo, i passi si avvicinavano sempre di più.

 

Finalmente, dopo numerosi tentativi, con la fronte madida di sudore, Ajin riuscì ad alzarsi. Il durumagi* che non aveva avuto il tempo di allacciare bene iniziò a scivolare lungo le sue spalle; nel tentativo di rimetterlo a posto, l’uomo perse l’equilibrio e cadde di nuovo a terra.

 

“Ahi...”

 

Il suo corpo emaciato si rifiutò di obbedirgli. Tra le gambe, ancora traumatizzate dal giorno precedente, un dolore acuto, come quello dei lombi coperti di lividi, lo tormentava come se lo avessero picchiato tutta la notte.

 

Sfregò disperatamente la fronte a terra, ma non desistette. Sapeva che se fosse rimasto in quella posizione, avrebbe rischiato grosso. Si decise ad alzarsi facendo leva sulle braccia. Le ginocchia strisciarono dolorosamente sul pavimento, ma non aveva il lusso di soffermarsi su questo dettaglio. Cercò di farsi forza, pensando che presto sarebbe tutto finito, ma all’improvviso il suo gomito cedette e l’uomo urtò violentemente il suolo con il mento.

 

“Ah...”

 

Ajin si afferrò la mascella con le mani, sentendosi pervadere da un dolore terribile fino alla sommità della testa. Con una smorfia si lasciò sfuggire un gemito, poi la porta si aprì. La luce delle lanterne allineate lungo il corridoio illuminò la stanza; davanti ad essa, si parò un’ombra.

 

Era Seokju.

 

“Ah...”

 

Ajin fece un lungo e disperato sospiro e alzò gli occhi verso quell’ombra, terrorizzato. La figura entrò nella stanza, avvicinandosi sempre di più, fino a diventare più nitida. Presto, una mano afferrò con dolcezza il viso dell’uomo; il pollice che gli accarezzava la pelle sottile del mento emanava un calore intenso.

 

“Ajin.”

 

Una voce bassa mormorò teneramente il suo nome e i suoi occhi azzurri vacillarono.

 

“È così che pensi di presentarti al tuo ospite?”

 

Chi avrebbe mai pagato per uno spettacolo del genere? Seokju picchiettò dolcemente la guancia di Ajin con l’indice. Era deluso, ma il suo tono era venato di una leggera ironia che, invece di strappare un sorriso ad Ajin, lo terrorizzò ancora di più, facendogli tremare le spalle esauste.

 

Seokju tirò leggermente verso l’alto gli angoli della bocca di Ajin, come per chiedergli perché non sorridesse. Seppur non minaccioso né doloroso, questo gesto fece rabbrividire il prigioniero.

 

“Mi... mi dispiace...”

 

Ajin si scusò con voce flebile e triste. Seokju gli accarezzò dolcemente la nuca come per rassicurarlo, poi si alzò.

 

Mentre Ajin lo fissava immobile, il suo aguzzino accese la luce e si cambiò in silenzio, con movimenti precisi e misurati.

 

Ajin assistette pietrificato a quello spettacolo, pensando che era come se Seokju si stesse preparando per la sua esecuzione. Il suo cuore iniziò a battere sempre più forte e il rumore del suo respiro ansimante gli rimbombò nelle orecchie. Ah... Ah... Ah...

 

Poco dopo, Seokju gli si avvicinò, tenendo nel palmo della mano delle piccole pillole rotonde.

 

Quando le vide, Ajin indietreggiò istintivamente, come se volesse fuggire, ma era del tutto inutile. Seokju tese le braccia e gli prese di nuovo il mento tra le mani.

 

“...”

 

Ajin serrò le labbra con forza e si mise a scuotere la testa, affondando le unghie rosicchiate nel pugno di Seokju.

In risposta, Seokju gli strinse ancora più forte il mento, forzandolo ad aprire la bocca. Le lacrime cominciarono a rigare le guance di Ajin, per poi colare sulla mano del suo aguzzino.

 

“La prego... non voglio... la prego...”

“Smettila di implorarmi. Ne ho abbastanza di sentirti piagnucolare.”

“...”

“Quando fai così, non mi sembra di fare l’amore con un uomo, ma con una bestia. I sentimenti dei tuoi clienti sono importanti, lo capisci, vero?”

 

Di fronte alla crudeltà di queste parole, gli occhi di Ajin si riempirono ancora di più di lacrime. Nel giro di pochi giorni, era passato dall’essere uno schiavo come tanti altri a un semplice oggetto sessuale, e ora non era diventato altro che una bestia.

 

La luce che un tempo illuminava il suo guardo si era spenta. I suoi occhi blu che prima ricordavano il cielo stellato erano diventati spenti, come coperti da uno strato di polvere invisibile.

 

Abbassò gli occhi e aprì lentamente la bocca per accogliere le pillole che Seokju lo obbligò a prendere, inghiottendole con un bicchiere d’acqua o di alcol. Ormai, non faceva più nessuna differenza.

 

In pochi minuti si sarebbe ritrovato in ginocchio davanti al suo padrone, con le guance rigate di lacrime, supplicandolo senza vergogna e ripetendo il suo nome. Solo allora lo sguardo di Seokju si sarebbe ammorbidito e lo avrebbe abbracciato.

 

Giorno dopo giorno, quell’uomo lo aveva annientato senza il minimo scrupolo o esitazione.

 

Un'altra lacrima scese lungo la sua guancia, mentre la pillola bloccata nella sua gola cominciava a sciogliersi.

 

 

*NDT: parte superiore di un hanbok, abito tradizionale coreano

 

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