Da orfana a ereditiera

Eun Ragyeom - Fantasy Romance

Reincarnata per l’ennesima volta nello stesso romanzo, Clarita, orfana, è nominata ancora una volta erede del duca Agrest a scapito del figlio Rickaël. Conoscendo la storia del ragazzo – era il suo personaggio preferito – vuole salvarlo dal destino tragico … altro


15 Episodi

Episodio 1

 

“Procediamo ora alla lettura del testamento.”

 

Non appena l’avvocato aprì bocca, calò il silenzio nel salone fino ad allora rumoroso. Stavo armeggiando con la punta dei guanti, mentre mi preparavo al trambusto che ci sarebbe stato di lì a poco. Sapevo già come sarebbe andata a finire, ma mi sentivo comunque nervosa. Feci un respiro profondo e mi raddrizzai.

 

L’avvocato lesse le ultime volontà del duca Fesvender Agrest:

 

“Lascio il mio castello, il mio patrimonio e tutte quante le future rendite destinate alla famiglia Agrest…”

 

L’uomo interruppe la lettura. Alcuni dei presenti, che non gli staccavano gli occhi di dosso, non riuscirono a nascondere la propria agitazione e si alzarono bruscamente dai loro posti.

 

“Tutta questa roba?”

“Che cosa intende con ‘tutte quante’?”

“Legga fino in fondo, avanti!”

 

L’avvocato deglutì e riprese con voce solenne:

 

“Alla signorina Clarita Sobel.”

 

Mi portai le mani alla bocca, assumendo un’espressione stupita. Forse era una reazione fin troppo esagerata. Avevo sfoggiato un’espressione sorpresa al momento giusto?

 

Mentre riflettevo sulle mie doti attoriali, osservai le reazioni delle persone intorno a me. Tuttavia, i membri della famiglia Agrest parevano non essersi ancora resi conto della situazione.

 

“Clarita Sobel? E chi sarebbe?”

“È assurdo!”

 

Un uomo, visibilmente nervoso fin dal suo ingresso nel castello, strappò il testamento dalle mani dell’avvocato:

 

“A quanto pare il nostro caro eccentrico ha deciso di giocarci un ultimo scherzo.”

 

Poi scoppiò in una risata amara, puntando il dito contro l’avvocato:

 

“Sappiamo tutti che non era sano di mente.”

 

Sarebbe opportuno precisare che il duca Fesvender Agrest era noto per il suo carattere stravagante e i suoi passatempi singolari, perciò sulla sua morte circolavano ancora numerosi pettegolezzi.

 

“Stai esagerando” borbottò qualcuno.

 

Eppure l’uomo non aveva ancora finito:

 

“Non sappiamo nemmeno se sia davvero morto!”

 

In effetti, il decesso pareva avvolto nel mistero. Fesvender Agrest era scomparso mentre scalava il monte Rhodos. Il suo corpo non era mai stato trovato, ma il suo assistente e i suoi soldati avevano rinvenuto l’attrezzatura del duca insieme a quelli che sembravano resti umani.

 

“Guardate… Un pezzo di tessuto strappato” avevano detto. “Sarà stato attaccato da una bestia feroce.”

 

Poco dopo quell’avvenimento, erano entrati in azione gli avvocati della famiglia Agrest. La morte del duca era stata ufficializzata e il testamento era stato reso pubblico. Tuttavia, la gente non credeva affatto a quella storia. Alcuni pensavano che fosse ancora vivo da qualche parte. Altri affermavano che si fosse ucciso lontano da casa o che avesse iniziato una nuova vita con una falsa identità.

 

“Lei è un avvocato, no? Dovrebbe trasmettere le sue ultime volontà come lui desiderava!”

 

Quell’uomo sprezzante era un lontano cugino del duca. Non conoscevo il suo nome, tuttavia sapevo che era noto per essere un depravato.

 

“Clarita, chi?”

 

Scoppiò a ridere leggendo il documento, ma riassunse in fretta un’espressione gelida.

 

“Allora? Tutto qui?”

 

“Ho eseguito le volontà del duca alla lettera” rispose l’avvocato, rimpossessandosi del testamento. Dopo averlo ripiegato con cura, si rivolse a me.

 

“Signorina Sobel, dobbiamo ancora sbrigare delle formalità.”

“Certamente” risposi.

“A breve potremo finalizzare tutto nel mio ufficio.”

“D’accordo.”

 

Avevo appena finito di parlare, quando si levò una voce.

 

“Mi rifiuto di accettare tutto questo!”

“Chi diavolo è questa donna?”

“Non posso crederci! Davvero non ci ha lasciato niente?”

 

Lanciai un’occhiata all’orologio appeso al muro del salone.

 

Mmh, dovrebbe essere qui a momenti.

 

“Il mio dovere è terminato.”

 

Abituato a quel genere di subbuglio, l’avvocato fece per prendere il cappotto e dirigersi verso la porta, quando quest’ultima si aprì sbattendo all’improvviso.

 

Tutti i borbottii e i sospiri si spensero alla vista di colui che era appena entrato. Attraverso i capelli nero corvino, i suoi occhi, nobili e gelidi al tempo stesso, scrutarono la stanza. Scostò alcune ciocche che gli cadevano sul viso e alzò la testa.

 

“Che cosa fate tutti qui riuniti senza di me, l’erede del duca Agrest?”

 

L’avvocato si alzò dalla sedia, chiaramente imbarazzato.

 

“Sua Grazia, credevo di averla già messa al corrente…”

“Quel testamento non ha alcun valore” ribatté l’uomo.

 

Che razza di farabutto. Stiamo parlando delle ultime volontà di suo padre.

 

Lo fissai respirando lentamente, ma lui non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Preferì piuttosto strappare il documento dalle mani dell’avvocato, che assunse un’aria desolata:

 

“Sua Grazia, non può farlo.”

“Chi è questa Clarita Sobel?”

 

Lui mi osservò accigliato mentre alzavo con calma la mano.

 

“Non vorrà farmi credere che questa è la ragazza che ha sedotto mio padre?”

 

Capisco che sia furioso, suo padre è appena scomparso e ora rischia pure di perdere tutta l’eredità. Ma non è un motivo valido per parlare di me in questo modo.

 

“Sta oltrepassando il limite. Sedurre… Davvero?” replicai.

“Che cosa gli ha fatto, allora? Gli ha lanciato un incantesimo, è così?”

“Sono spiacente, ma come può vedere, non ho con me una bacchetta magica.”

 

Lui si lasciò sfuggire una risatina.

 

“Erano questi i gusti di mio padre? Che vergogna.”

“Mi deve delle scuse per questi commenti offensivi.”

“Delle scuse?”

“Non ho mai conosciuto il duca, se proprio le interessa.”

“Come?”

“È stato il qui presente signor Pittman a venirmi a cercare e a portarmi al castello.”

 

L’uomo si girò lentamente verso l’avvocato, incredulo.

 

“È vero, sono andato a prendere la signorina Sobel in un convento.”

 

L’erede del duca scosse la testa, dubbioso:

 

“Ma questo testamento non ha alcun senso.”

 

Tirò fuori una busta dalla tasca con fare nervoso.

 

“Questo castello non è una semplice dimora.”

“È la verità. Questo edificio è il pilastro della famiglia Agrest da migliaia di anni” mormorò un uomo di mezza età, che fissava il figlio del duca con il collo piegato. “Ma… sei almeno degno anche solo di pronunciare queste parole, Rickaël?”

 

Ovviamente, quest’ultimo non si fece mettere i piedi in testa.

 

“Mio padre aveva promesso che l’avrebbe lasciato a me.”

 

Certo, quel castello apparteneva al duca Agrest e pareva logico che spettasse a suo figlio. Ma era fuori discussione. Feci un passo avanti.

 

“No, non rinuncerò a questo castello” dichiarai in tono deciso.

“Ah, no? E come pensa di fare?”

“Ricorreremo alla legge che, dopo tutto, è dalla mia parte.”

 

Mi appropriai del testamento e lo dispiegai sotto gli occhi di Rickaël.

 

“È scritto proprio qui. Alla signorina Clarita Sobel. C’è anche il sigillo del duca accanto.”

 

L’uomo si lasciò sfuggire una risata incredula.

 

“Lei è pazza, mi creda.”

“Potreste andarvene tutti quanti, adesso? Siete pur sempre a casa mia.”

 

Tuttavia, Rickaël non era uno che si arrendeva facilmente. Si avvicinò a me finché i nostri nasi non si sfiorarono.

 

“Non se ne parla. È casa mia.”

 

La punta del mio naso fremette a contatto con il suo, ma non indietreggiai.

 

“Ah, sì? È così che la mettiamo?”

“È meglio che se ne vada, se non vuole finire in lacrime.”

 

Avevo le mie ragioni per accettare quel castello da parte di un duca che non conoscevo. Non era né per sete di ricchezza né per avidità. Era per il bene dell’uomo più sfortunato del mondo, colui che si era appena visto sfuggire dalle mani l’eredità: Rickaël Agrest.

 

“Staremo a vedere chi se ne andrà piangendo.”

 

Per quanto mi mostrassi dura con lui, vedendo quell’uomo mi si spezzava il cuore. Rickaël Agrest era infatti una persona infelice. Era stato adottato da piccolissimo dalla famiglia Agrest, ma la duchessa lo aveva sempre odiato e maltrattato.

 

“Rickaël, stai lontano da me! Solo sentirti respirare mi fa diventare matta!” gli diceva.

 

Il duca Agrest era un uomo competente, ma non fu mai un buon padre. Affezionato al suo primo amore, non andava d’accordo con la moglie e trascurava il figlio. Era un uomo talmente eccentrico e perverso da lasciare tutto il suo patrimonio a una sconosciuta: quella Clarita Sobel che Rickaël continuava a osservare con sguardo assassino.

 

Ma la sua sfortuna non finiva lì.

 

Di sicuro non stava simpatico all’autore.

 

Come avrete probabilmente intuito, Rickaël Agrest è un personaggio del romanzo Tayron. Nonostante sia di una bellezza mozzafiato, con i suoi capelli neri dai riflessi bluastri e i suoi occhi azzurri e malinconici, viene descritto come un uomo cinico e imprevedibile.

 

Nel libro, sebbene Rickaël riesca infine a recuperare l’ambito castello, non c’è la felicità ad attenderlo, bensì la morte.

 

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