Lee Ba Raemx - Fantasy Romance
Il Duca Caderlarot, il nobile più influente dell’impero, detesta profondamente gli animali. E quando sua sorella porta al maniero un gatto randagio – me – la situazione si complica: per restare, devo guadagnarmi i favori del duca. Facile per un … altro
Sotto il cielo stellato, una splendida luce si diffondeva tra il caos. Nella sala da ballo del palazzo di Crodélia, i nobili riuniti discutevano animatamente di un argomento comune. La voce stupita di un uomo risuonò nella sala da ballo.
“Come? Il duca di Caderlarot ha portato qualcuno?”
“È venuto accompagnato. Da una donna!”
“Cosa? Non dite assurdità!”
“L’ho visto con i miei stessi occhi! E non solo io, qui tutti l’hanno visto, tranne voi che eravate al bagno. Ecco perché vi dico di prendere dei lassativi in giorni come questo!”
“Abbassate la voce. Ci guardano tutti.”
Il conte calvo gettò uno sguardo imbarazzato attorno a sé. Tuttavia, a differenza di ciò che pensava, gli altri erano troppo presi dalle proprie discussioni per prestare attenzione alla loro.
“Non l’avevo mai vista prima d’ora. Ero così sorpresa quando l’ho notata… Come può una persona essere così bella? È questo ciò che significa restare ammaliati da qualcuno?”
Una giovane donna mormorò con voce ebbra, sebbene la sua coppa di champagne fosse ancora mezza piena. La baronessa accanto a lei abbassò la voce coprendosi la bocca con un ventaglio.
“Penso che oggi il duca abbia invitato una bella popolana.”
“Cosa ve lo fa pensare?”
“Ogni qualvolta che il duca partecipa al ballo, viene presentato a diverse ragazze dall’imperatrice. Ma in realtà il duca non l’ha mai gradito.”
“Quindi… sarebbe il suo modo per proteggersi?”
“Sì, certo! Altrimenti, perché avrebbe portato una ragazza sconosciuta qui, stasera?”
“Ah, ora che ci penso, è possibile…”
“Oh! Eccola che arriva!”
Al mormorio della baronessa, tutti gli sguardi si voltarono nella stessa direzione. Il frastuono si attenuò, lasciando risuonare nella sala da ballo solo una musica rilassante. Al centro di quegli sguardi pesanti c’era una donna, che pareva nervosa e insicura. Sussurri stupiti giungevano da ogni direzione.
Capelli bianchi come la neve, occhi blu come l’oceano, un fare timido eppure avvolto in un audace e straordinario abito blu cobalto. Nessuno l’aveva mai vista prima di allora.
“È davvero… un essere umano?”
Nessuno osò rispondere a questa domanda sussurrata, poiché tutti avevano avuto lo stesso pensiero vedendo questa donna dalla bellezza ammaliante. Il duca di Caderlarot, l’autore di tale attenzione, era naturalmente al suo fianco. Si guardò attorno e sospirò.
“Ci sono troppi sguardi fissi su di noi.”
“…”
“Tutto bene?”
Al suo mormorio, scosse vigorosamente la testa. Dinanzi a questa reazione violenta, il duca si fermò e lei afferrò la sua manica in modo precipitoso.
“Quando torniamo a casa…?”
“Dipende tutto da voi.”
La gente era curiosa di sapere perché guardasse il duca con tanta insistenza, ma le loro voci erano troppo basse per poter essere udite. Il duca sospirò di nuovo, poi, come per calmarla, le sistemò una ciocca di capelli e le accarezzò la guancia con un dolce sorriso, mitigando i suoi lineamenti solitamente severi.
Coloro che assistettero alla scena rimasero sbalorditi. Una relazione così intima non poteva essere una semplice avventura di una notte. Oppure si mormorava che il duca avesse perso la testa.
Cosa significa tutto ciò?
La donna, dotata di un udito eccezionale, udì tutti quei sussurri e si morse la lingua. Ha l’aria di una relazione intima, questa?
“Non fate quella faccia. Devo consegnarvi alle guardie per sottoporvi a un interrogatorio affinché capiate?”
Una relazione intima, davvero?
“Mi… Mi dispiace.”
“Se avete capito, sorridete. Piccola intrusa.”
Sotto il gelido mormorio del duca, forzò un sorriso nonostante la sua espressione afflitta. Era in una situazione di estrema difficoltà. Come si era ritrovata a fianco di un uomo dal carattere così difficile…? Di solito le bastava aprire bocca per vederlo debole e terrorizzato.
“Ora i vostri occhi sembrano pronti a uccidermi.”
“Vi sbagliate.”
Il duca la guardò con serietà e sussurrò con voce grave.
“Se provate a fare qualsiasi cosa il mio gatto non vi lascerà in pace. È feroce e ha zanne affilate.”
“…”
Com’è bravo a dire assurdità. Sapeva che il gatto di cui parlava era proprio davanti a lui sotto forma umana? Aveva un anno, ormai… Un teriantropo quasi adulto... Un felino addomesticato dal duca senza che lui ne conosca la sua vera natura.
E che, colta per sfortuna nella sua forma umana, è stata accusata di intrusione. Aryl, la protagonista di questa storia, finse di avere paura di fronte alla ridicola minaccia del duca.
Il grande uomo del commercio imperiale, il duca di Caderlarot, la condusse con orgoglio al centro della sala da ballo, soddisfatto della sua esibizione come se fosse orgoglioso di sfoggiare il gatto che aveva allevato. Era proprio divertente questo umano.
Aryl si morse le labbra con discrezione sotto gli sguardi insistenti che giungevano da ogni direzione.
Potrei ritrasformarmi in un gatto da un momento all’altro…
Nervosa, cercò una via d’uscita, ma c’erano persone ovunque guardasse. Non sarebbe esagerato dire che tutti gli ospiti sembravano interessati a lei.
Perché gli esseri umani sono così incuriositi dagli affari altrui?
Sospirò, disperata. E sentir parlare di “protezione” la irritò ancora di più. A voler esser precisi, era la protezione di cui tutti parlavano. Questa forma umana così ben celata fino ad allora, è stata scoperta da Idyllos, il quale l’aveva minacciata per condurla fin qui. D’altronde, cosa farsene se non servirsene?
Aryl pensava di non potersi trovare in una situazione peggiore. Ma Idyllos all’improvviso si fermò.
“Vostra Maestà l’imperatrice.”
Lui, che era il nipote dell’imperatore, salutò l’imperatrice con riluttanza. Aryl, dal canto suo, deglutì nervosamente. In quel momento capì che da quella donna non sarebbe venuto nulla di buono. Ma la situazione non poteva peggiorare, vero?
Decise di rimanere positiva e cercò di sorridere. Poi, cercando di disturbare il meno possibile la conversazione, rimase in silenzio, con lo sguardo fisso al suolo, sperando di evitare ogni attenzione. Ma…
“Permettetemi di presentarvi la mia fidanzata.”
Aryl alzò gli occhi, stupita. Non sapeva chi volesse indicare con tale qualifica.
Quest’umano è mio… ma avrebbe quindi una fidanzata?
Infuriata, cercò degli occhi che potessero essere proprio quelli della fidanzata. Restava un odore di mosche già volate via ma nessun altro. Chi avrebbe potuto avvicinarsi a lui nel frattempo?
Lo guardò, quell’uomo attraente, che odorava di buono, così cortese, che riusciva ad ammaliarla ma che l’aveva appena tradita. Poi, l’imperatrice indicò Aryl con incredulità.
“Fidanzata? Dite fidanzata?”
“… ?”
Aryl seguì la direzione del dito dell’imperatrice. Puntava chiaramente verso di lei. Stupita, finalmente si rese conto della situazione. Alla fine si era ritrovata in una situazione ben peggiore di quanto potesse immaginare. Alzò gli occhi perplessi verso Idyllos. Sperava di aver frainteso. Ma lui la guardava con un sorriso insolito e disse chiaramente:
“Sì. La mia fidanzata.”
Il duca guardò gli occhi increduli di Aryl con divertimento, come se la situazione fosse piacevole. Poi si chinò verso di lei con fare da innamorato sussurrando parole dolci. Ma la sua piacevole voce contrastava con il suo gelido tono.
“La vostra grande fuga termina qui. Ora davanti a tutti siete conosciuta come la mia fidanzata.”
Con queste potenti parole, Idyllos sorrise come mai prima d’ora. Aryl impallidì quando vide il suo viso illuminarsi così intensamente come i suoi capelli dorati.
Com’è possibile che ogni cosa sia diventata così complicata?
Deglutì nervosamente. Tutto risaliva a quel giorno. Il giorno in cui il duca, un tempo spaventato dal gattino Aryl, aveva iniziato a interessarsene. Aryl doveva tornare indietro nel tempo per scoprire il motivo del suo improvviso cambio di comportamento.
Quel giorno in cui entrò in casa sua per la prima volta.