I sussurri di Castle City

Yim Yuni - Boys Love

In un mondo ostile e devastato, una città fortezza protegge gli ultimi esseri umani sopravvissuti sul pianeta. Ma questo rifugio assomiglia molto più a uno stato totalitario che a un giardino dell'Eden. E il comandante Tan sembra aver scoperto un … altro


41 Episodi

Episodio 1

 

“Mi uccida… in fretta.”

 

Tan osservò Woogo. Le sue membra erano contorte in angoli strani, il viso immerso nel terreno grigio. Il suo corpo era scosso da spasmi e del sangue nero gli sgorgava dalla bocca.

 

“Per favore, generale…”

 

Woogo afferrò la spalla di Tan con dita tremanti. La sua presa era di una debolezza scoraggiante. La sua mano ricadde all’istante.

 

“Datti una calmata, forza!” sbottò Tan con tono sprezzante.

 

Sapeva che era già troppo tardi. Si trattava di una congestione e la guida aveva già smesso di funzionare.

 

Woogo era un nuovo esper appartenente all’unità 156 del terzo battaglione, guidato da Tan. Aveva solo diciotto anni e a volte era lento sul campo, a causa del suo cuore sensibile. Era un ragazzo come gli altri, traboccante d’amore, che non aveva fatto nulla di male.

 

“Generale… sto male… Troppo male…”

 

La terra era arida, priva di vita, e il cielo era di un color porpora ripugnante. Il sangue sputato da Woogo dava all’aria un odore di ferro.

 

Con il mento tremante, Tan stava ancora cercando di ripristinare la guida. Le convulsioni di Woogo continuavano, nonostante i suoi poteri di guida di livello S.

 

Era tutta fatica sprecata, Tan lo sapeva.

 

Come siamo arrivati a questo punto? È colpa mia? Cosa mi è sfuggito? Si chiese Tan, fissando il corpo dolorante di Woogo.

 

Avrebbe dovuto cogliere i segnali prima che la congestione si aggravasse. Era accaduto tutto così in fretta: Woogo si era accasciato a terra durante il loro turno di guardia all’esterno del castello. Il suo corpo si era contorto, e aveva emesso un urlo simile a quello di un mutante furibondo.

 

I tremori di Woogo aumentarono. Una sofferenza indicibile stava devastando il suo corpo e il suo spirito. Una sofferenza così terribile che solo la morte avrebbe potuto alleviare.

 

“Ah…”

 

Il labbro deforme di Woogo si sollevò leggermente. I sintomi erano ormai così gravi che non riusciva più a parlare.

 

Tan si avvicinò rapidamente per ascoltarlo. Le sue parole erano pastose, come se anche la lingua fosse contorta. Con il fiato corto, Woogo fece comunque del suo meglio per riuscire a esprimersi.

 

Tan lo ascoltò fino alla fine, immobile. Quando Woogo si fermò, gli angoli dei suoi occhi si erano arrossati.

Erano le sue ultime volontà. Una verità che gli aveva appena offerto, nel bel mezzo del suo tragico dolore. 

 

“Va bene…”

 

Al sussurro di Tan, il bagliore nello sguardo di Woogo si intensificò. In punto di morte i suoi occhi brillavano vivamente. Tan poteva leggere la disperazione nella sua vista iniettata di sangue. Woogo era un giovane membro dell’unità, e l’adorava. Mai avrebbe pensato che la sua aria innocente sarebbe stata rimpiazzata dalla disperazione e dalla frustrazione, e da una volontà ardente che neppure la morte avrebbe potuto fermare.

 

Quando Woogo tacque, Tan gli abbassò le palpebre con mano tremante.

 

“D’accordo, ho capito. Ora va tutto bene…”

 

Woogo emise dei gemiti sommessi.

 

“È tutto a posto. Ci penserò io…”

 

Le forze abbandonarono lentamente il corpo di Woogo. Prima di chiudersi, le sue palpebre tremarono. Un rivolo umido scivolò dalle sue ciglia, bagnando la pelle di Tan. Tan strinse le labbra ed estrasse il coltello dalla cintura. Avrebbe posto fine alle sofferenze di Woogo.

 

Il fallimento comportava sempre delle conseguenze. In quanto generale, era sua responsabilità proteggere i suoi uomini. In quanto guida, era suo dovere tranquillizzare l’esper. Aveva fallito su tutta la linea. Il ricordo della morte di Woogo avrebbe accompagnato Tan per tutta la sua esistenza. 

 

Strinse la presa sul coltello. Doveva chiudere la faccenda in fretta, prima che arrivassero gli altri.

 

Avvolse le braccia intorno al corpo di Woogo e, con un movimento deciso, gli tagliò la carotide. La lama affilata affondò nella sua pelle, recidendo l’arteria in un istante. Poco dopo, le sue membra contorte si distesero. Era stata un’uccisione rapida e precisa. Tan rimase lì seduto, con il coltello intriso di sangue in mano. 

 

Non era la prima volta che uccideva qualcuno.

 

Non pianse. O, meglio, fece di tutto per non piangere.

 

Al rientro delle pattuglie sarebbe scoppiato il caos. I decessi non erano all’ordine del giorno nell’unità.

 

I tempi erano tranquilli, quasi troppo. La situazione sembrava sicura e priva di pericoli.

 

Dopo essere sopravvissuti all’apocalisse, gli Uomini nuovi si erano riuniti per edificare l’ultima città e ristabilire una parvenza di civiltà. Gli umani erano sul punto di riconquistare la loro antica prosperità, anche se ora sembrava molto più precaria.

 

Tempi tranquilli, sì, certo…

 

Il concetto di pace sembrava ridicolo agli occhi di Tan, ora che aveva raccolto le ultime volontà di Woogo.

 

Era un’epoca particolarmente inquietante.

 

***

 

“Qualifica: comandante di battaglione, guida di rango S. Nome: Tan. Età: 36 anni. È tutto corretto?”

“Sì.”

 

Tan era seduto di fronte all’investigatore inviato dal Comune. I tratti delicati del comandante non tradivano alcun segno di nervosismo.

 

“Vedo che ha già ucciso un civile. Un uomo sulla trentina.”

“È tutto nel fascicolo. Non lo ha letto prima di venire? Perché ne parla? È andata esattamente come è riportato lì dentro.”

 

L’investigatore non reagì alle parole insolenti di Tan e proseguì:

 

“Considerando che all’epoca era minorenne, oltre a essere una talentuosa recluta indispensabile al Castello, le è stata inflitta solo una pena leggera. Si potrebbe anche dire che il caso sia stato insabbiato.”

“Non ho chiesto a nessuno di farlo. Se n’è occupato il Comune.”

 

L’investigatore continuò a porre diligentemente le sue domande, nonostante la resistenza di Tan.

 

“Ha sempre avuto impulsi omicidi?”

“No.”

“A volte ha difficoltà a gestire la rabbia, o nutre sfiducia verso il sistema?”

“Sì, mi è capitato in un paio di occasioni.”

“Al momento dell’omicidio di Woogo, tutte le guardie erano divise in coppie per il pattugliamento. Attendeva quel momento? È stato un omicidio premeditato?”

“Bella domanda.”

“Perché ha ucciso Woogo?”

“È stato lui a scagliarsi su di me per primo. Io mi sono solo difeso.”

“Per quale motivo la vittima si è scagliata su di lei?”

“E io che ne so? Forse era arrabbiato con me perché lo trascuravo? All’improvviso, dopo aver rifiutato la mia guida, ha dato in escandescenze e mi ha aggredito. Cosa si aspettava che facessi in quanto guida? Devo pensare alla mia sopravvivenza.”

“È impossibile che abbia rifiutato la guida. Un esper di rango C non può respingere una guida di rango S.”

“A quanto pare può farlo. Non pensavo fosse possibile, ma lo è. Ho la sensazione che le mie capacità di guida stiano peggiorando sempre di più. Faccio questo lavoro da molto tempo. Forse andrò in pensione prima degli altri.”

 

Tan replicava con insolenza. Se si prestava ascolto al suo tono noncurante, si poteva percepire del sarcasmo. L’investigatore sospirò e continuò con voce calma:

 

“Lei sa che da oltre cinque anni non c’è stato un solo decesso all’interno della guardia?”

“La cosa non mi sorprende. Siamo in un’epoca di pace, dopotutto.”

“Il sindaco ha preso molto a cuore questo caso. Nella situazione attuale quanto successo è inaccettabile.”

“Se lo dice lei.”

“Dovrebbe stare attento. Se continua a rifiutare di collaborare, potrebbe finire nei guai.”

“Si preoccupa per me? È gentile da parte sua.”

“Continuerò con il mio rapporto…”

 

L’investigatore lasciò la stanza dopo aver insistito ancora per qualche minuto. Tan fu condotto nella sua cella d’isolamento.

 

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