Edy Tassi - Contemporary Romance
Charlotte “Charlie” Sullivan è una copywriter cinica che non crede più nell’amore. Tuttavia, per lavoro partecipa al collaudo di un’app di incontri, che promette di farle trovare l’anima gemella in dodici appuntamenti. Charlie prova a opporsi, soprattutto quando scopre che … altro
“Sul serio? C’è bisogno di un’altra app di questo tipo?”
Guardo Nancy con un sopracciglio inarcato.
Siamo amiche da anni, ma oggi ci siamo viste per motivi professionali, perciò ognuna di noi sta occupando il suo posto. Lei è seduta dietro la sua scrivania in cristallo e acciaio, io su una delle poltroncine di design con cui la società ha arredato gli uffici di tutti i dirigenti della SparkLeap.
Nancy picchietta sui fogli che ha davanti e accavalla le gambe.
“Noi donne ci lamentiamo sempre che gli uomini scarseggino, giusto? Nei bar siamo sempre in maggioranza, e lo stesso nei ristoranti, nelle discoteche e in generale nei luoghi di ritrovo. Eppure, una ricerca recente ha stabilito che, sulle app, il numero degli uomini è il triplo di quello delle donne.”
“Perché tutti gli sfigati e i maniaci ci si buttano a capofitto. Il che spiega perché è impossibile trovare l’amore anche lì.”
“Le statistiche dicono il contrario.”
Sbuffo e guardo fuori dalla grande vetrata. Siamo al quarantaduesimo piano del Winthrop Center e da qui si riesce ad ammirare gran parte del porto di Boston. Osservo la macchia scura dell’acqua che pian piano si insinua nell’oceano, poi mi volto ancora verso di lei.
“Be’, a me non interessa. Non ho nessuna intenzione di lavorare ancora a una… trappola per creduloni.” Agito la mano per sottolineare il concetto. “L’anima gemella, il compagno di vita e bla bla bla…”
Stavolta è lei a inarcare il sopracciglio.
“Le statistiche dicono che un quinto delle relazioni tra le persone sotto i ventinove anni sono cominciate grazie a un’app.”
“E quante proseguono oltre?”
“Non è questo il punto.”
“Non importa qual è il punto. Non sono ispirata, okay? Ho scritto centinaia di testi come copy per la SparkLeap. Testi che promettevano risultati mirabolanti che di rado si sono verificati.” Mi sporgo in avanti. “Se esistesse davvero un’app che funziona, non ne servirebbero altre. Heartsy, MeetMingle, HeartBridge…” elenco, in tono sempre più sarcastico.
Se ripenso ai test melensi o da giornaletto soft porno che ho dovuto scrivere un’app dopo l’altra, mi viene la nausea.
“E a me non interessa che tu sia ispirata. Non mi servi per scrivere testi.”
Sbatto le palpebre, presa in contropiede.
“Davvero?”
Nancy annuisce. “Mi servi per testare la nuova app.”
“Scusa? Non credo di aver capito.”
Lei si sporge in avanti e appoggia gli avambracci sul piano trasparente della scrivania.
“Voglio che tu ti offra per il collaudo. Il reparto progettazione e quello marketing mi hanno incaricata di trovare una tester attendibile.”
“E tu hai pensato a me?” faccio una risatina incredula, ma dentro avverto una specie di… terrore? “Andiamo. Da quando io cercherei l’amore? Lo sai benissimo che non è così.”
“Per questo sei perfetta.”
Nancy afferra la caraffa appoggiata su un vassoio di alluminio immacolato e mi versa una tazza di tè bollente.
“Tu non te ne vai in giro con gli occhi a cuoricino. Non sbatti le ciglia se qualcuno ti tiene aperta la porta. Sei…” si ferma, in cerca della parola giusta.
“La Grinch del San Valentino” le vado incontro.
Sorride e si appoggia all’indietro, contro lo schienale della poltrona.
“Esatto! Se c’è una persona che può testimoniare in modo autentico che l’app funziona è qualcuno che non crede possa funzionare.”
“E ora che hai disegnato di me questa immagine così lusinghiera, spiegami cosa ci guadagnerei.”
Afferro la tazza e bevo un sorso di tè.
“Se va bene, ovviamente, l’amore.”
Alzo gli occhi al cielo.
“Se non va bene, la soddisfazione di dire te l’avevo detto. E… di mantenere il tuo posto.”
“Cosa intendi?”
“Ieri c’è stata una riunione con l’amministratore delegato. Siamo stati convocati io, il responsabile amministrativo e quello delle risorse umane. Pensano che con l’AI gran parte del lavoro potrà essere svolto con meno personale, perciò stanno meditando di fare dei tagli nel nostro ufficio.”
Rimetto giù la tazza con le mani che tremano.
“Vogliono fare dei tagli nell’ufficio di copywriting? Pensano che l’intelligenza artificiale possa lavorare meglio di me, scopiazzando e facendo un collage di testi presi qua e là?”
“So che non è facile e so che tu sei in gamba. Nessuna intelligenza artificiale può fare il tuo lavoro meglio di te.”
“Ci credo! Tutti quei nomi idioti li ho inventati io!”
Nancy scrolla le spalle. “Aiutami a collaudare l’app e io aiuterò te a non perdere il posto.”
Mi accascio sulla poltrona. Odio già quest’app, ma non ho alternative.
“E come funzionerebbe questo prodigio?”
“Te lo spiegherà il programmatore che la sta creando.”
Mi allunga un bigliettino da visita su cui sono stampate una I e una T.
“Da quando ci rivolgiamo a programmatori esterni?” chiedo, guardando il cartoncino.
“Lui è molto bravo. Pare abbia programmato la maggior parte delle app di successo degli ultimi cinque anni.”
Storco la bocca.
“Una macchina programmata da un uomo per far trovare l’amore a una donna. Che connubio felice.”
“Vedremo.” Nancy guarda l’orologio. “Dovrebbe essere qui a momenti.”
Di già? Questo appuntamento per fare due chiacchiere si sta trasformando in un trabocchetto. Mi sento messa all’angolo e non è affatto piacevole.
“Come si chiama questo genio?”
“Davvero non hai mai sentito parlare di lui? Forbes lo ha citato tra i cinquanta trentenni più influenti dell’anno.”
“Non mi capita spesso di sfogliare Forbes.”
E, onestamente, non mi interessano nemmeno i programmatori. Mi occupo solo di scrivere testi per le loro stupide app.
“Iraklis Thanos.”
Mi soffoco con il tè che ho appena sorseggiato. Il liquido caldo mi va di traverso e comincio a tossire.
Nancy mi prende la tazza di mano, mentre ricomincio a respirare.
“Un nome strano, vero?” dice lei. “Pare sia di origini greche e…”
Smetto di ascoltare.
No, non leggo Forbes, ma so tutto di Iraklis Thanos e le sue origini greche.
Perché non può esserci che un solo Iraklis Thanos, giusto? Le probabilità che ce ne sia più di uno possono essere minime come quelle di… trovare l’amore.
Mi scappa da ridere. Una risatina isterica che cerco di soffocare e che si trasforma in una specie di pernacchia.
“Tutto ok?”
Come no. Tutto perfetto.
L’app che dovrò testare non mi aiuterà MAI a trovare l’amore. È impossibile, perché lo avevo già trovato a sedici anni e si chiamava Iraklis Thanos.