Gyosi - Fantasy Romance
Il destino di Céline è segnato! Proprio come suo padre prima di lei, sarà la guardia del corpo di Damien, erede del celebre duca Willow, pronta a rischiare la vita per lui. Consapevole degli obblighi e fiera all’idea di compierli, … altro
“Caspita! Sembra proprio mingherlino!” disse Céline tra sé e sé appena vide Damien Willow, anche se sapeva che il solo fatto di pensarlo era segno di slealtà.
Come poteva un uomo così gracile essere l’erede del duca Willow? Céline Mars non riusciva a nascondere la delusione.
Il marchese Mars sentiva spesso dire che la fortuna sorrideva alla sua famiglia. Non aveva figli a cui lasciare in eredità il suo patrimonio, ma aveva una figlia intelligente, forte e graziosa di nome Céline, che lo rendeva felice. Era l’unica ad avere il potere di intenerire un uomo severo e serio come lui.
Céline era molto speciale per il duca Willow. D’altronde, era normale che si fosse affezionato, dato che aveva vissuto più a lungo con lei che con il figlio Damien. Sebbene fosse solo una bambina, Céline lo trovava molto bello, persino più di suo padre. Ogni volta che, con grande dignità, impartiva ordini ai suoi servitori, Céline lo osservava con un guizzo negli occhi.
Il duca Willow proteggeva la regione del Nord, ma la sua famiglia era la più potente di tutta la nobiltà delle regioni centrali. Era importante che suo figlio mantenesse rapporti con gli aristocratici, affinché potesse governare il ducato quando gli fosse succeduto. Perciò la sposa del duca era rimasta nella capitale con suo figlio invece di seguire il marito al nord.
Céline aveva sentito parlare della bella Signora la marchesa Willow e di suo figlio sin dalla più tenera età. Data la sconfinata fantasia dei bambini, li aveva sempre immaginati come angeli usciti direttamente da un quadro religioso.
Le guardie del duca provenivano sempre dalla stessa famiglia, di generazione in generazione. Céline Mars, che allora aveva undici anni, una volta cresciuta avrebbe assicurato la protezione di Damien Willow. Era il futuro che le veniva prospettato sin da quando aveva pronunciato le prime parole.
Per diversi anni, Céline aveva immaginato il giovane duca come un gran signore le cui capacità andavano al di là di ogni comprensione. Quando lo vide capì che forse aveva fantasticato troppo, ma non dipendeva solo da lei.
Il futuro duca stava arrivando.
Appena Céline apprese che sarebbe venuto a visitare la regione del Nord, il cuore iniziò a pulsarle nel petto e contò i giorni fino al suo arrivo. Era cresciuta circondata da prodi cavalieri, divenuti il suo modello di mascolinità. Per lei, il figlio del duca era inevitabilmente muscoloso, forte e austero.
Damien era l’opposto di ciò che la piccola si aspettava. Era la prima volta che vedeva un uomo esile. Era così grazioso che era persino difficile pensare che fosse quell’uomo eroico che si era immaginata.
Ciononostante, i capelli dai riflessi bluastri facevano di lui l’erede indiscusso della famiglia Willow. Il problema erano gli occhi tondi, dai quali traspariva gentilezza. Il sorriso era rassicurante, come i primi tepori della primavera. Se Céline fosse cresciuta come una qualsiasi fanciulla della capitale si sarebbe immediatamente innamorata di lui.
Ma la regione settentrionale era lontana dalla mondanità. Marianne, situato all’estremo nord del continente, era la terra natale di Céline. Lì, la grettezza della gente del luogo era paragonabile all’asprezza del clima. La leziosità di un ragazzo non sortiva alcun effetto su una ragazza cresciuta in un ambiente simile.
***
Céline pensava di essere riuscita a nascondere i suoi pensieri, ma Damien, abituato all’ambiguità degli aristocratici, li intuì immediatamente. Aveva capito che la ragazza davanti a lui era delusa. Il viso di Céline si era rabbuiato appena aveva incrociato il suo sguardo, a tal punto che sembrava che stesse per scoppiare a piangere. Il faccino della bambina passava da un’espressione all’altra.
Damien la osservava divertito. Céline sembrava stupita dalla sua stessa delusione ed era rincresciuta di averlo incontrato. L’erede non aveva mai ricevuto un tale trattamento.
La fanciulla dai ricci rossi arruffati sembrava a disagio come una campagnola vestita a festa. Era evidente che non fosse abituata a indossare le scarpette, considerato il modo in cui osservava il giovane uomo mentre camminava.
“Uff!”
Damien ridacchiò vedendo Céline sbuffare davanti a lui.
“Perché ridete?”
Impossibile per il ragazzo non ridere sentendo quel tono così infantile che non rispecchiava la formalità richiesta dall’etichetta. Il tragitto percorso per ritrovare suo padre, che non vedeva da tredici anni, era stato particolarmente noioso.
“È solo che è divertente.”
Nella capitale nessuno avrebbe mai osato esprimere la propria delusione sbuffando o chiedendogli spiegazioni in merito al suo comportamento. Di norma, l’insolente che avesse avuto un tale atteggiamento nei suoi confronti l’avrebbe fatto innervosire, ma quella bimba alta quanto un soldo di cacio non gli suscitava alcuna collera, forse perché non avrebbe mai ipotizzato che potesse capitare una situazione del genere.
A cosa poteva pensare? Céline abbassò la testa e nascose il viso tra le mani?
***
Ci volle molto tempo prima che lei si riprendesse. Suo padre l’aveva avvisata: un vassallo esiste solo per servire il suo padrone e non ha la libertà di sceglierlo, che sia cattivo oppure no. Quel ragazzo era l’erede della famiglia Willow e l’uomo che lei avrebbe assistito.
Céline serrò i pugni.
Faceva così ogni volta che si preparava ad affrontare situazioni difficili. Era suo dovere formare quel rammollito affinché diventasse più forte, a qualunque costo. Mezz’ora dopo, la bambina si presentò finalmente a Damien.
“Céline Mars. Molto lieta, Signore che tutti chiamano piccolo sole dei Willow.”
“Piacere mio, signorina Mars.”
Mentre le rispondeva, il viso di Damien era totalmente inespressivo. Somigliava al debole sole del mattino ed era persino riuscito a disarmare Céline, come se non fosse mai cresciuta nella grossolanità.
Non non è niente. Devo mostrarmi capace pensò Céline, scuotendo tristemente la testa.