Kum Eunha - Fantasy Romance
Accusata di tradimento per i crimini del padre, Roselyne vede il futuro crollare, finché l'arciduca Melchior non interviene. Salva la famiglia, paga i suoi debiti e… la sposa. Ma perché questo potente cavaliere dovrebbe aiutare una sconosciuta? Roselyne scopre presto … altro
Roselyne fissava il contratto con aria dubbiosa.
“Questo è un contratto tipo. Siete libera di modificarne alcune clausole.”
“Non cambierà di certo il problema di fondo.”
“Posso sapere il motivo delle vostre perplessità?”
“Questo!”
Indicò con il dito una riga del documento.
[Melchior Ekhart Julianov Postenmeyer]
Il nome altisonante apparteneva al capo della prestigiosa famiglia Postenmeyer, campione della corona e membro del circolo più intimo dell’imperatore. Proprio quel pezzo grosso che stava sventolando un contratto di matrimonio in faccia a Roselyne.
“Non sono degno di voi, forse?” le chiese il pretendente.
“Al contrario, voi incarnate tutte le qualità del partito ideale.”
L’Arciduca non era solamente giovane e bello, ma possedeva un patrimonio immenso. In più, la fama del corpo di cavalieri che comandava superava i confini del regno.
E ciliegina sulla torta, nonostante il suo successo, l’attraente scapolo aveva una reputazione immacolata. Roselyne era sostanzialmente d’accordo con chi lo elogiava. Purtroppo, aveva per lei un difetto inaccettabile.
“Non so nulla di voi, Arciduca!”
“Non è vero, ci siamo incontrati durante il vostro arresto.”
“L’incontro è stato troppo breve per conoscerci” replicò la giovane.
Un uomo che aveva visto solo due volte nella vita aveva pubblicamente espresso il desiderio di sposarla. Senza considerare affatto il suo parere, ovviamente!
“Sarebbe stato più cortese discuterne prima con me.”
“Salvarvi la vita era più importante.”
Melchior non aveva tutti i torti. La sua rapidità aveva evitato l’arresto di Roselyne. Ma che bisogno c’era di trascinarla in una spirale di bugie?
La mia famiglia è in disgrazia e sono già stata fidanzata in passato, il che costituisce una doppia onta in questo mondo...
Per questo, l’offerta dell’Arciduca era inaspettata. In poche parole, lei non aveva alcun diritto di fare la schizzinosa.
Come sono arrivata a questo punto?
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime mentre osservava quel foglio bianco dai bordi dorati.
***
Roselyne non aveva mai avuto voce in capitolo nella sua vita.
Per molti anni era stata l’unica figlia del Conte Crimsonrose che, in mancanza di un erede maschio, si era occupato a malincuore della sua formazione. Quella decisione la catapultò ancora giovanissima nel mondo adulto.
Poi, quando aveva dodici anni, nacque Alphonse. L’avvenimento fu ritenuto un miracolo poiché la loro discendenza era in parte sterile e, fino a quel momento, era sempre nato un solo erede per generazione. La maggiore fu così mandata in collegio tra l’indifferenza generale.
Le ricchezze della famiglia si esaurirono rapidamente; inoltre, Alphonse era estremamente cagionevole di salute. Perciò, il Conte e la contessa decisero di riportare Roselyne al castello, intendendo darla in sposa a un sempliciotto, che avrebbe accettato di amministrare la contea durante la convalescenza dell’erede ufficiale.
Alla ragazza si spezzò il cuore al pensiero di dovere interrompere gli studi per sposare un estraneo. Tuttavia, accettò senza fiatare. Ma quando il fidanzamento fu annullato a causa di un imbroglio, la famiglia iniziò a trattarla come una virago senza fascino e, per punizione, fu rinchiusa in una torre.
Per aumentare il guadagno della tenuta, Roselyne pensò di fare domanda per entrare in cavalleria. Ma il padre era un uomo che si preoccupava delle apparenze e si oppose alla scelta della figlia, mettendosi a cercare degli investitori. Tuttavia, al Conte mancava il talento per gli affari e una serie di frodi e catastrofi naturali esaurì il poco che restava della fortuna familiare.
In preda alla disperazione, il Conte si affidò al gioco d’azzardo, premurandosi di nascondere bene le sue attività, in quanto proibito dalla legge.
Ma si sa, nessun segreto è eterno.
***
“I membri della famiglia Crimsonrose sono pregati di seguirci per rispondere delle azioni del Conte!”
La dimora ancestrale fu saccheggiata con una violenza indescrivibile; mobili e vasellame cadevano a pezzi durante la perquisizione.
Renata aggrottò la fronte alle grida dei domestici.
“Che cos’è tutto questo baccano?”
Roselyne si allontanò dalla finestra per raggiungere la Contessa.
“Avete dimenticato? Padre frequentava una bisca clandestina ed è morto durante la fuga.”
“È inutile che rigiri il coltello nella piaga! Cosa rischiamo esattamente?”
La voce era carica di rabbia. La ragazza sospirò. La madre le riversava addosso la sua frustrazione a ogni singola difficoltà. Poco importava, perché in quel momento aveva altre priorità.
“Fuori sventola la bandiera dei Cavalieri Blu. Sono qui per ordine dell’Imperatrice.”
“Che vergogna! Tuo padre merita di marcire all’inferno!”
“Parlate di vostro marito.”
Roselyne aveva notato i continui viaggi del padre nella Capitale, senza sospettare che avesse intrapreso una carriera criminale.
“Povera me!” gemette la vedova. “Cosa succederà ad Alphonse se la corona confisca tutti i nostri beni?”
Il bambino di sei anni piangeva in silenzio, terrorizzato dall’isterismo della Contessa.
“Calmatevi, le autorità capiranno che ha agito da solo...”
“L’Imperatrice ha inviato le sue truppe! Ci crede complici!”
La Duchessa strinse il figlio tra le braccia, singhiozzando. I soldati avrebbero presto raggiunto il secondo piano, dove la famiglia si era rifugiata.
“È la fine!” gemette la nobildonna. “Che Dio ci protegga!”
Roselyne si mise a riflettere. Neanche il braccio armato dell’Imperatrice poteva arrestare dei membri dell’aristocrazia senza un motivo valido.
Né io né mia madre sapevamo ciò che faceva. Se riesco a convincere il giudice, la pena sarà ridotta...
Il Capitano dei cavalieri aveva intimato loro di arrendersi.
Brutta idea! Sarebbe come confessare.
Il suo vecchio professore di diritto era stato chiaro:
[Chi si costituisce perde la presunzione di innocenza!]
Quel caro uomo aveva sottolineato l’incoerenza del sistema. A cosa serve difendere il proprio onore se l’alterco ha un esito fatale?
Roselyne, purtroppo, non aveva scelta. Era essenziale convincere il magistrato della loro buona fede.
“Voi due aspettate qui, vado a parlare coi soldati.”
“Aspetta! Cosa ti salta in mente?”
“Chi nulla rischia, nulla ottiene.”
Quando Roselyne afferrò una spada, la vedova divenne bianca come un cencio: l’amore materno passava in secondo piano di fronte al panico.
“Fermati! Così li farai arrabbiare ancora di più!”
“Bisogna opporre un minimo di resistenza per ottenere un processo.”
“Taci! La tua insolenza ci danneggerà in tribunale!”
La Duchessa stava parlando solamente per lei e Alphonse, ma la giovane era troppo stanca per sentirsi ferita.
Così, mentre si allontanava, diede loro un ordine:
“Non azzardatevi a uscire prima del mio segnale.”
“No, Roselyne! Torna indietro!”
Ignorando le suppliche della madre, la ragazza scese di corsa le scale.