Ppangyangi - Contemporary Romance
Trattata come una domestica dalla sua matrigna e sorellastra, Sehyun sogna solo una cosa: la libertà. Tuttavia, la sua matrigna sembra avere altri piani per lei, come farla sposare con il peggior marito possibile. Inorridita, Sehyun rifiuta categoricamente, ma capisce … altro
Plic ploc.
Il cielo non lasciava presagire nulla di buono e all’improvviso una violenta pioggia si abbatté sulla città. Sehyun arrivò all’ingresso della proprietà, bagnata fradicia, con pesanti borse della spesa in mano. Non importava quante volte li avesse guardati, l’imponente e interminabile muro di cinta e il portone monumentale le sembravano sempre spaventosi.
“Aah…”
Dopo aver fissato per un attimo con aria cupa la maestosa dimora, Sehyun premette il pulsante del citofono.
“Chi è?”
“Sono io, Sehyun.”
La porta d’ingresso emise un bip e si aprì.
Con il cuore pesante, la giovane entrò in casa.
“Mio Dio!”
La governante, originaria di Chungju, sopraggiunse di corsa, con il volto inorridito nel vederla bagnata fradicia.
“Sehyun!”
La governante era l’unico sostegno per Sehyun in quella casa così angosciante.
“Perché sei così bagnata? Ti avevo detto che avrebbe piovuto. Perché non hai preso un ombrello?”
Di fronte alla sua esitazione, capì immediatamente.
“È Bitna che si comporta di nuovo male, vero? Ti ha fregato l’ombrello?”
La voce squillante della governante fece trasalire Sehyun, che si affrettò a coprirle la bocca in preda al panico.
La governante scosse il capo per liberarsi dalla sua mano prima di riprendere a parlare.
“Che cosa ho detto di male? Bitna è solo una peste! Una mocciosa! Che inciampi e cada all’indietro, o che si rompa il naso!”
Sehyun impallidì. Il sudore freddo le scendeva sulla fronte, a dimostrazione del profondo disagio.
“Perché parli così?”
“Secondo te? Voglio che la smetta di credersi chissà chi!”
L’atteggiamento inaspettato della governante fece sobbalzare Sehyun, che iniziò a muovere nervosamente i piedi. Se quella conversazione fosse giunta alle orecchie di Bitna, sarebbe stata la fine sia per la governante che per lei.
“Ti prego, smettila.”
In quel momento, la governante scoppiò a ridere.
“Perché ridi?”
Gli occhi di Sehyun si spalancarono.
“Scusa, ti sei spaventata, vero? Ti stavo facendo uno scherzo. La tua matrigna non è qui in questo momento. È uscita.”
“La mia matrigna è uscita?”
“Sì, è andata via poco fa, menzionando un appuntamento. L’ho sentita parlare con l’autista; sembra che si sia recata al ristorante dell’hotel Le Royal.”
Sehyun diede un’occhiata all’orologio appeso al muro. Erano le diciassette, l’ora in cui di solito la matrigna era solita rientrare. Negli ultimi cinque anni, Sehyun aveva dovuto adattare i suoi piani agli orari della matrigna, preparando la cena alla stessa ora e rimanendo al suo fianco per tutto il pasto. Tagliava finemente il kimchi e disponeva i contorni sulla tavola. Mai, durante quei cinque anni, le era stato concesso di sedersi a tavola per condividere il pasto con loro.
Cosa sta succedendo? È la prima volta che ritarda.
La governante prese le borse della spesa dalle mani di Sehyun e si diresse verso la cucina. Sehyun la seguì.
“Questa sera mi occupo io della cena. Vai a riposarti. Anche tu hai bisogno di rilassarti di tanto in tanto. Vai nella tua stanza.”
“E se la mia matrigna e Bitna rientrassero improvvisamente?”
La governante serrò le labbra, per un momento sconcertata dalla risposta di Sehyun.
“Se mi scoprono mentre non sto facendo nulla, sai bene che avremo entrambe grossi problemi. Conosci la mia situazione. Mi occuperò io del pasto, riposati.”
La governante non poté contraddirla. Sehyun aveva ragione. La signora Jung l’aveva già cacciata di casa in pieno inverno, con solo il pigiama addosso, per non essere riuscita a preparare la cena, nonostante fosse malata. La tiranneggiava, criticando i suoi semplici gusti culinari, lanciandole frecciatine sulle sue presunte origini modeste, affermando che le donne di basso rango si comportavano in quel modo. Un’accusa sorprendente da parte di qualcuno che non le aveva mai permesso di assaporare un pasto dignitoso.
Sotto i continui abusi, sia fisici che psicologici, inflitti dalla signora Jung, Sehyun, un tempo solare e positiva, si stava spegnendo a poco a poco. Ogni mattina, la tensione e l’angoscia la assalivano, mentre temeva le nuove angherie che l’attendevano. Tuttavia, una luce di speranza persisteva in lei. Mentre preparava il pesce con una notevole destrezza, la governante si avvicinò a lei da dietro.
“Allora, a che punto sei con le tue ricerche?”
Sehyun, che stava squamando un pesce, voltò la testa verso di lei.
“I ristoranti non sembrano offrire alloggio. In compenso, la maggior parte dei posti da operaia lo propone. È la soluzione perfetta per me.”
“Con posti da operaia... intendi in fabbrica?”
“Sì, esatto. Ho fatto delle ricerche su Internet in biblioteca, e ho trovato due offerte interessanti.”
“Ma il lavoro in fabbrica è duro e faticoso. Non temi che possa essere troppo difficile?”
“Non importa, mi adatterò. Ho intenzione di risparmiare ogni centesimo e usare quei soldi per ritrovare la nonna che mi ha cresciuta, così potrò finalmente vivere con lei.”
La nonna in questione era la proprietaria dell’appartamento dove Sehyun abitava con sua madre. Dopo la tragica morte di quest’ultima in un incidente, la nonna aveva onorato fedelmente la promessa fatta alla defunta, prendendosi cura di Sehyun fino ai suoi quindici anni.
Il giorno in cui la mandò nella casa dove risiedeva tuttora, le raccomandò di obbedire agli adulti e di integrarsi bene. Poi scomparve senza lasciare traccia. Sehyun tentò in tutti i modi di ritrovarla, ma sembrava essere evaporata, come se non fosse mai appartenuta a questo mondo.
Non importa dove ti nascondi, ti troverò. E questa volta, non ti lascerò mai più. Puoi credermi, nonna.
“Spero davvero con tutto il cuore che la ritrovi.”
Per la prima volta dopo molto tempo, un sorriso illuminò il volto cupo di Sehyun.
“Quando rimetterò in sesto la mia vita, ti contatterò, è una promessa. Grazie di tutto, prometto che un giorno ti restituirò il favore. Fino ad allora, non dimenticarmi e aspettami.”
“Ma che vai blaterando? Restituirmi il favore per cosa?”
Bam! In quel momento, un rumore assordante risuonò dalla porta d’ingresso e si accese una luce.
“Ehi, Sehyun! Vieni qui subito!” urlò Bitna.
Sorpresa, Sehyun si precipitò verso l’ingresso.
“Che succede?”
“Come osi prenderti gioco di me? Lo chiami ombrello questo? L’hai fatto apposta, vero? Me l’hai dato sapendo che era rotto, ammettilo. I miei vestiti di marca sono tutti bagnati. Se mi ammalo, sarà colpa tua!”
“Sei tu che l’hai preso senza permesso. Inoltre, ti avevo detto che aveva un buco.”
“Pensavo mentissi. Dopotutto, è la tua specialità!”
“Non ho mai mentito.”
“Non farmi ridere. Come spieghi allora che sei sempre la prima della classe senza prendere lezioni private?”
“Lavoro sodo, tutto qui.”
“A chi vuoi darla a bere! Ogni parola che esce dalla tua bocca è una bugia. Hai rubato i fogli dell’esame, confessalo! Sei prima perché copi!”
Sehyun serrò i denti di fronte alle incessanti accuse di Bitna.
“No, non è vero! Non ho mai copiato!”
Paf! Paf! Bitna colpì Sehyun sulla testa con l’ombrello.
“Smettila! Non colpirmi!”
Sehyun tese le braccia per proteggersi dai colpi.
“Che cos’è tutto questo baccano?”
Era la voce della matrigna. Sotto il suo sguardo inquisitorio, Sehyun si pietrificò.
“Mamma!”
“Dimmi, tesoro. Cosa ti è successo?”
Bitna si gettò tra le braccia della madre piangendo e indicò Sehyun con un dito.
“Questa perfida mi ha dato un ombrello rotto per infastidirmi! Ora ho tutta la spalla bagnata.”
“È vero quello che dice?”
“Le avevo detto che l’ombrello era rotto, ma non mi ha ascoltata.”
“E allora?”
“È stata Bitna che...”
“Stai cercando di dire che è colpa di Bitna?”
Il volto di Sehyun impallidì improvvisamente.
“Nonostante tutti i miei sforzi per educarti, ti mancano ancora le buone maniere. Chi ti ha accolto in famiglia quando non avevi nessun altro posto dove andare e ti ha cresciuta con amore in questi ultimi cinque anni?”
“Ehm, tu madre...”
“Allora come puoi comportarti così?”
“Perfino gli animali, che non hanno il dono della parola, non sono così ingrati. Sei peggio delle bestie. Se sei un essere umano, smettila di deludermi continuamente.”
“Io... mi dispiace, madre.”
La matrigna, che la guardava freddamente, abbozzò un sorriso.
“E comunque...”
Quel sorriso aveva un qualcosa di sinistro che fece rabbrividire Sehyun.
“Ho una buona notizia per te, oggi.”
Sehyun socchiuse gli occhi.
“Una buona notizia?”
“Mamma, quale notizia? Di cosa stai parlando? Cos’è?”
Fissò Sehyun con un sorriso di una dolcezza insolita.
“Congratulazioni, Sehyun.”
Il volto di Sehyun si immobilizzò in un’espressione di totale perplessità. La sua matrigna sfoggiò un nuovo sorriso.
“Ti sposerai non appena avrai ottenuto il diploma.”
“Spo… sposarmi?”
“Sì, il secondo figlio del gruppo Hanyoung ha chiesto la tua mano. Non puoi rifiutare, è un’opportunità straordinaria per te e per il nostro emporio.”
“Perché offrire una tale opportunità a questa sciocca, mamma? Sei diventata pazza?”
“È pur sempre tua sorella minore, non dovresti odiarla così tanto. Mostrati comprensiva, tesoro.”
“Ma mamma!”
“Bitna!”
“Mi rifiuto di sposarmi! Non se ne parla, madre!”
Sehyun aveva solo diciotto anni. Ne avrebbe compiuti diciannove* il mese prossimo. Non aveva mai immaginato di sposarsi appena raggiunta la maggiore età. La sua vita assomigliava già a un percorso disseminato di ostacoli, in cui ogni passo era una prova da superare, ma aveva sempre creduto che un giorno avrebbe incontrato il vero amore, vissuto una relazione normale e che poi si sarebbe sposata.
Sposare un uomo che non conosceva era per lei come essere venduta! Sehyun ne era perfettamente consapevole.
È assurdo! Mai! Morirei piuttosto che accettare! Anche se ciò dovesse significare essere bandita da questa casa, non mi importa affatto. Non ho bisogno di questo diploma. Andrò a lavorare in fabbrica.
“No, madre, non mi sposerò.”
Sehyun scosse la testa con veemenza. Fu allora che la matrigna fece una dichiarazione inaspettata.
“Non ho alcuna intenzione di costringerti.”
Gli occhi di Sehyun si spalancarono, increduli.
“Davvero?”
“Sì, te lo assicuro.”
Un senso di sollievo travolse Sehyun e il suo volto riprese colore.
“Ma se rifiuti questa proposta, sappi che non mostrerò più alcuna benevolenza nei tuoi confronti” aggiunse la matrigna.
Che cosa significa?
La matrigna posò la borsa e si avvicinò a lei con passo deciso.
“Ad esempio, non coprirò più le spese mediche della nonna che ti ha cresciuta e che cerchi da cinque anni.”
“La nonna? Le sue spese mediche? Di cosa stai parlando?”
“Vai pure a verificare da sola domani a questo indirizzo. Ricorda che questa è l’ultima dimostrazione di benevolenza che ti concedo.”
***
Il giorno dopo, quando Sehyun arrivò in ospedale, ritrovò la donna che chiamava nonna e che aveva cercato a lungo, distesa su un letto senza forze.
“Nonna, cosa è successo?”
Sehyun parlava con la voce strozzata dall’emozione.
“Sehyun, sei tu? La mia piccola Sehyun!”
Sehyun si gettò tra le sue braccia come se si fossero lasciate solo il giorno prima.
“Perché non mi hai dato tue notizie per tutto questo tempo?” chiese alla nonna.
“Non volevo disturbarti. Avevi già i tuoi problemi da affrontare.”
“Se solo sapessi quanto ho sofferto per la tua assenza, nonna. Ogni notte, credevo di morire di dolore per quanto mi mancavi.”
“Mi dispiace, Sehyun, perdonami.”
“Ma cosa c’è che non va, nonna? Dove ti fa male?”
“Da nessuna parte!”
La nonna scosse la testa, fingendo di stare bene.
“Non ho proprio niente!”
La sua reazione tradiva un evidente menzogna. Sehyun ebbe un brutto presentimento. Prima che potesse mettere insieme i suoi pensieri, il suono distintivo di tacchi alti risuonò sul pavimento. Era il suono dei passi della matrigna. Si precipitò subito in corridoio.
“Desideravi tanto ritrovarla, ma il destino, mia cara Sehyun, è talvolta crudele. Questa vecchia signora ha un tumore al cervello.”
Un tumore al cervello? La sua amata nonna? La sua mente si offuscò e macchie nere iniziarono a danzare davanti ai suoi occhi. Le gambe si rifiutavano di sorreggerla.
“Deve subire un’operazione d’urgenza. Cosa intendi fare? Dirle addio per l’ultima volta? Oppure…”
“Sposerò quell'uomo. Organizza pure il matrimonio.”
“Un po’ più di convinzione nelle tue parole non guasterebbe.”
Sehyun crollò in ginocchio sul pavimento freddo del corridoio. Un sorriso soddisfatto si formò sul volto della sua matrigna.
***
Più tardi, quella stessa sera…
“Mamma!”
La voce tonante di Bitna risuonò dalla camera da letto.
“Sei impazzita? Perché hai dato quella sfortunata a un partito così buono? Eh?”
“Parli di un buon partito! Non ha nulla a suo favore, tranne i soldi.”
“Che cosa intendi?”
“Da quello che ho sentito, il suo aspetto, la sua personalità e le sue capacità lasciano molto a desiderare.”
“È vero quello che dici?”
“Sembra essere così ripugnante che è difficile guardarlo perfino in faccia. Ogni giorno sarà un calvario per lei.”
Sconvolta da quella triste realtà, Sehyun scoppiò in lacrime.
***
All’hotel Trivia, di proprietà del gruppo Hanyoung, il temuto giorno dell’incontro combinato era finalmente arrivato.
“Comportati in maniera impeccabile, non commettere errori.”
La matrigna la avvertì ancora una volta. Sehyun annuì con il volto teso.
All’improvviso, Bitna scoppiò a ridere. Preoccupata solo di sé stessa, Sehyun sapeva bene che la sorellastra era lì solo per assistere alla sua umiliazione. Con il passare dei minuti, la tensione aumentava, e il suo corpo tremava in modo incontrollabile.
Oh, cielo. Ho così tanta paura. Non voglio. Fa’ che sia solo un incubo. Pensa solo alla nonna.
All’improvviso, la porta si aprì con un cigolio. Le tre donne rimasero stupefatte dalla visione che si presentò davanti a loro.
Com’è possibile?
*In Corea del Sud la maggiore età è 19 anni.