Shujichel - Fantasy Romance
A due settimane dal matrimonio con la principessa di un impero molto potente, il principe e futuro sposo fugge via. Quando tutto sembra perduto, per salvare il regno, viene ordinato a Yusel, un cavaliere che è identico al fuggitivo, di … altro
È finita. Il principe è scappato.
Yusel capì per la prima volta cosa significasse sprofondare nell’oscurità. Incapace di muoversi, fece un profondo respiro.
“Principe, smettetela di scherzare e uscite da lì, per favore.”
Si era espresso con una voce tremolante, eppure tutto ciò che ricevette in cambio fu un silenzio di piombo. Attese un bel po’ di tempo, ma avvertiva alle orecchie solo il rumore del vento. Aveva anche spalancato bene gli occhi, tuttavia non c’era nessuna traccia del principe, né di uno solo dei suoi capelli biondi scintillanti.
Sopraffatto dall’ansia, Yusel stringeva e apriva i pugni con frenesia.
Non può essere scappato per davvero, o sì?
Aggrappandosi alla speranza più remota e in preda ai nervi si lasciò scappare una risata isterica. Aspettava che qualcun altro gli riferisse di aver ritrovato il principe, ma il silenzio continuava a regnare sovrano.
“No, è impossibile. Il principe non farebbe mai una cosa così stupida...”
Provando a calmarsi, decise per il momento di voler ignorare la realtà. I suoi bisbigli si interruppero bruscamente. Una brezza soffiava leggera e i fiori emanavano un dolce profumo, tuttavia non riusciva a percepire nulla di tutto ciò.
“Sì, ne è assolutamente in grado …”
Infatti il principe che Yusel conosceva era assolutamente capace di darsi a gambe levate. Sollevò bruscamente il capo. Le sue pupille blu, che fino a quel momento si dilatavano ora a destra ora a sinistra, volsero lo sguardo all’insù prima di ricadere giù.
Yusel cominciò a correre con tutte le sue forze.
***
La notizia della fuga del principe si diffuse in un batter d’occhio. Tormentato dall’ansia e a testa bassa, Yusel se ne stava lì fermo davanti alla regina.
“È colpa mia.”
In risposta, sentì solo un lungo sospiro. Il capitano dei cavalieri entrò quasi correndo, inclinando rapidamente il capo.
“Ho chiesto che venga riportato indietro nel modo più discreto possibile. Non può essersi allontanato troppo.”
“Quel maledetto ragazzaccio...”
La voce della regina era intrisa di sospiri inespressi. Non furono pronunciati né il nome, né il titolo, solo una designazione sprezzante, che portò Yusel a raggrinzirsi ancora di più.
“A pensare che mi ritrovo come figlio un tale energumeno.”
“È un tipo intelligente, tornerà. È giusto un po’ disorientato in vista del matrimonio…”
“Lo credi davvero?”
Alla voce soffocata della loro sovrana, Yusel e il capitano tacquero. Tutti i presenti nella sala sapevano perfettamente che non era così. E i servitori che passavano di là dubitavano che il principe sarebbe probabilmente tornato di sua sponte.
“Faremo del nostro meglio per ritrovarlo e sono convinto che presto riusciremo a scoprire il suo nascondiglio. Non state troppo in pensiero.”
“Cosa ho mai fatto di male nella vita per ritrovarmi un figlio così?”
Con una voce ormai stanca, la regina si accasciò sulla poltrona. La corona sembrava appesantirle il capo e se la tolse con un’espressione fiacca. Un servitore si precipitò per recuperarla meticolosamente.
“Ho messo al mondo un tale essere...”
“Vostra Maestà...”
“Quel maledetto ragazzaccio vuole ridurre in rovina il regno.”
“Non penso sia questa la sua intenzione.”
Il capitano dei cavalieri, che fino ad ora aveva difeso il principe con tutte le sue forze, cambiò improvvisamente atteggiamento. Si profusero una serie di sospiri nella sala. Yusel, con la testa bassa al punto da aver male al collo, giocava nervosamente con le dita.
Preferirei comunque uscire per andare a cercarlo io stesso.
Perché? Perché doveva scappare proprio il giorno in cui era lui la sua guardia del corpo? I suoi superiori erano già abbastanza intimidatori, ma in presenza della regina e del capitano, soffocava.
“Yusel.”
“Sì!”
All’appello del capitano, sollevò bruscamente il capo.
“Non ci sono altri luoghi in cui il principe abbia potuto recarsi?”
“Non ne vedo altri a parte quelli menzionati prima.”
“Forse un posto che ha menzionato in passato?” aggiunse la regina, che era sprofondata nel suo trono.
“Allora...”
Yusel sudava copiosamente. Pur maledicendo interiormente il principe, si asciugò la fronte con il dorso della mano.
“Davvero non saprei.”
Aveva voglia di piangere. Se avesse avuto un’idea del posto in cui cercare, vi si sarebbe già recato. Poco importava quanto riflettesse, non gli veniva in mente alcun luogo.
Se il principe aveva pianificato una fuga, allora era stato incredibilmente scrupoloso, il che non era da lui. Di solito, non poteva fare a meno di blaterare per qualsiasi cosa. Ma Yusel non aveva notato nessuna differenza nel suo comportamento abituale.
Forse è fuggito per un semplice capriccio?
In tal caso, la situazione si faceva abbastanza preoccupante, in quanto totalmente imprevedibile. No, ad ogni modo, c’era già aria di guai in vista. Il collo di Yusel cominciava a irrigidirsi.
“Non è scomparso nulla?”
“Non ha portato via nulla.”
“Non ho notato neanche alcun cambiamento nella sua stanza.”
Aveva aggiunto le ultime parole frettolosamente. La regina, coi tratti del viso tirati, si premette fermamente le tempie con un’espressione di profonda inquietudine.
“Quel maledetto...”
Aveva pronunciato ogni sillaba serrando i denti, prima di terminare la frase con un lungo sospiro, troppo esausta per continuare.
“Riusciremo davvero a fare in modo che si sposi?”
“Perché non legare il principe e caricarlo in carrozza?”
La donna seduta silenziosamente di fianco alla regina, che non aveva aperto bocca sin dall’inizio, aveva risposto con un tono disinvolto. Tutti sembravano approvare i suoi propositi, ma nessuno osò intervenire. Yusel serrò fermamente le mani e sollevò leggermente il capo.
“Vostra Maestà, permettetemi di andare a cercare il principe.”
“Benissimo.”
Scosse leggermente il capo, come se avesse momentaneamente dimenticato la sua esistenza. Il capitano si avvicinò a grandi passi e afferrò fermamente Yusel per le spalle.
“Yusel, cerca per conto tuo i luoghi in cui potrebbe essersi recato il principe.”
“Ricevuto, capitano.”
Lasciò frettolosamente la sala. Fuori c’era già il caos. Il personale cercava tra i cespugli e anche dietro le tende, nel caso in cui il principe fosse rimasto sempre al palazzo.
Inoltre, i cavalieri si precipitavano a montare a cavallo e le urla risuonavano ovunque. “Principe Yusiel!” A sua volta, Yusel prese un cavallo e oltrepassò la porta principale.
Dubito fortemente che sia ancora all’interno del palazzo.
Conoscendo il suo carattere, se ne era probabilmente andato per un capriccio. Senza esitare, Yusel partì al galoppo.
***
Dopo diversi giorni di ricerche, non c’era ancora alcuna traccia del principe scomparso. Qualcuno aveva avanzato la triste ipotesi che potesse essere morto, ma quest’ultima venne rapidamente scartata.
Dapprima in subbuglio, il palazzo si era placato a poco a poco. Coloro che avevano cercato senza chiudere occhio per diverse notti erano allo stremo delle forze e la maggior parte di loro cominciava a mollare la presa.
Mancavano solo due settimane alla celebrazione del matrimonio.
La prima persona a esprimersi fu la regina.
“Interrompiamo le ricerche.”
“Ma, Vostra Maestà, abbiamo ancora un po’ di tempo.”
Yusel, come sempre, se ne stava in silenzio in un angolo della sala delle udienze. Il principe era fuggito proprio durante il suo turno di guardia e ciò gli rendeva particolarmente difficile sopportare quelle riunioni. Gli veniva chiesto di continuo se avesse notato qualcosa di sospetto o se non avesse la benché minima idea di dove il principe potesse essere.
Dopo un po’ le domande cessarono, ma siccome non gli era neanche stato detto di non assistere più alle riunioni, rimaneva discretamente appartato in un angolo, come una statuetta.
“Sono passati dieci giorni da quando il principe è fuggito. Se avesse voluto abbandonare il regno, avrebbe già oltrepassato la frontiera.”
“Ma con tutte le persone che sono alla sua ricerca, non può essersi allontanato così velocemente.”
“Più il tempo passa, più il nostro perimetro di ricerca si espande. E non abbiamo nessuna idea di dove sia potuto andare.”
Sentendosi addosso gli sguardi altrui, Yusel chinò il capo ancora di più.
“Che contate di fare, allora?”
“Non possiamo scusarci e annunciare che il principe si è dato davvero alla fuga?!”
I nobili, rimasti in silenzio fino a quel momento, cominciarono a esprimersi, uno dopo l’altro. Yusel sospirò discretamente. Il matrimonio era la causa scatenante di tutto quel caos.
Era stato impossibile rifiutare una simile proposta di alleanza, improvvisa e inaspettata; un’unione tra la principessa imperiale e il principe di un piccolo regno. Anche senza comprendere la questione, era chiaro che un rifiuto non sarebbe stato ben gradito.
Una volta accettata la richiesta, i preparativi del matrimonio si erano svolti in tutta velocità. Come se la vicenda fosse stata presa a cuore già da tempo. Lo scambio dei documenti era avvenuto ugualmente con rapidità. I ritratti dei due futuri sposi erano già stati spediti nella debita forma e le due famiglie si rallegravano pur provando a sondare il pensiero l’una dell’altra.
Sin dall’inizio, quell’unione si era mostrata vacillante.
Yusel si ricordò del giorno in cui aveva sentito parlare del matrimonio. Il principe Yusiel, sotto shock, era rimasto immobile un momento prima di rifiutare categoricamente la proposta.
Ciò nonostante, il titolo di sovrano non permetteva sempre di fare quel che si voleva. Quell’unione era imposta dall’Impero, e tutte le buone motivazioni che accompagnavano la richiesta rendevano il rifiuto ancora più difficile. Inoltre, per un piccolo regno come Siyan, un matrimonio tra il principe e la principessa imperiale apportava numerosi vantaggi.
Comprendendo ciò, il principe Yusiel si era lasciato prendere la mano sostenendo di essere stato messo in vendita. Dopo un po’, aveva acquisito improvvisamente consapevolezza della situazione e la tregua era durata un mese e mezzo.
Aveva visto il ritratto della principessa e dichiarato che non gli dispiaceva o qualcosa del genere. In seguito, si era dedicato in silenzio ai preparativi del matrimonio. Il suo entourage ne fu sollevato e gli aveva fatto le dovute congratulazioni, sfoggiando dei volti radiosi.
E un bel giorno, come se preparasse il piano sin dall’inizio, aveva pugnalato tutti alle spalle ed era scappato.
“Parliamone onestamente all’Impero.”
“No, non è possibile. Bisogna trovare una soluzione.”
La situazione diventava problematica. La principessa della Corona, che era rimasta in silenzio, diede un’occhiata a Yusel.
I loro sguardi si incrociarono all’istante, così bene che Yusel abbassò precipitosamente gli occhi.
“Mmh...”
La principessa della Corona, sorella maggiore di Yusiel e simile sotto ogni aspetto alla regina, lo esaminava dalla testa ai piedi. Il suo cuore batteva all’impazzata. Era sudato al punto che aveva la schiena fradicia.
“Madre.”
Al suono della sua voce calma, tutti gli altri tacquero.
“Non possiamo cambiare fidanzato ora che c’è stato lo scambio dei ritratti.”
“È proprio questo il punto.”
“E non possiamo neanche dire che mio fratello, che a volte mi auguro sia morto, lo sia realmente.”
La sua voce glaciale aveva pietrificato tutta l’assemblea. Se Yusiel fosse stato davanti a loro in quell’istante, lei lo avrebbe strangolato. Yusel sentì il collo irrigidirsi e lo toccò meccanicamente.
“In tal caso, perché non trovare un sostituto che prenda il suo posto?”
Era una follia! Un sostituto, veramente? Tutti erano sorpresi quanto Yusel, ma nessuno tra i presenti aprì bocca. La sola persona che sembrò imperturbabile fu la principessa della Corona.
“Basterà mandare qualcuno che gli somigli. Anche se il ritratto è realista, delle differenze sottili possono passare inosservate.”
“E dove lo troveremo un suo sosia?”
“Prima di tutto, occorrerà scegliere qualcuno di affidabile...”
Una voce calma si oppose alla proposta:
“E se ci scoprissero? È una follia!”
Yusel sollevò leggermente il capo. Era una pazzia per davvero. Gli altri sembravano essere d’accordo, anche se nessuno osava pronunciarsi.
“Basterà non farsi scoprire, appunto” rispose la principessa.
“È più facile a dirsi che a farsi.”
“Ad ogni modo, si tratta pur sempre di un altro paese. Quell’idiota di… no, mio fratello non vi si è mai recato ufficialmente. Fin quando il sostituto si comporterà correttamente, non ci sarà alcun problema.”
“E dopo aver ingannato tutti, che faremo? Il sostituto dovrà vivere là per sempre?”
“Esatto.”
“Così diventa troppo complicato.”
“Occorrerà assumersi le proprie responsabilità. Lo risarciremo adeguatamente.”
Sembrava stranamente serena, come se avesse ponderato la questione ormai da tempo. I bisbigli si intensificarono.