Bad Habit

Jaeeren - Contemporary Romance

Dopo la sospetta morte del padre, Seohee cerca disperatamente di riaprire le indagini, ma le richieste vengono ignorate. Durante il funerale, un uomo misterioso interviene, offrendo aiuto e influenza… a una condizione: che lei diventi sua moglie, pubblicamente e intimamente. … altro


15 Episodi

Episodio 1

 

Un vento glaciale sfiorò la sua pelle.

Munhyeok aggrottò le sopracciglia e gettò la sigaretta che teneva tra le labbra. L’ultimo sbuffo di fumo tossico che esalò svanì in una nube opaca, mescolandosi al fitto velo di nebbia circostante.

 

Il cielo, che preannunciava una forte nevicata, si era invece coperto di una tetra oscurità. Una densa foschia rendeva la visibilità quasi nulla.

 

Le dimensioni dell’impresa funebre, in sintonia con il clima cupo, erano piuttosto modeste. L’enorme parcheggio, sproporzionato rispetto al piccolo edificio, era invaso da erbacce. Questo vasto spazio, più simile a un terreno abbandonato, ospitava solo un’auto di lusso: quella di Munhyeok.

 

In un luogo così decadente, il bagagliaio della macchina era aperto e il signor Beom si muoveva freneticamente. Munhyeok spense lentamente la sigaretta sotto la scarpa, osservando il signor Beom che teneva in mano una valigetta nera e si inchinava rispettosamente.

 

“È tutto pronto.”

 

Senza dire una parola, Munhyeok lo superò e si diresse verso l’ingresso. Non appena varcò la soglia dell’impresa funebre, un odore di muffa aggredì le sue narici, segno evidente di un luogo trascurato da troppo tempo. Non poteva esserci posto peggiore per dire addio a un defunto.

 

Alla fine, probabilmente si trattava solo di soldi.

 

Un sorriso freddo si formò sulle sue labbra.

 

All’interno del vecchio edificio, solo una stanza era illuminata. Munhyeok trovò facilmente la sua destinazione, scrutando l’ambiente alla ricerca di un rappresentante della famiglia. Non era troppo tardi, eppure non c’era quasi nessuno.

 

Nella sala deserta, un corpo esile e visibilmente esausto era rannicchiato su sé stesso. A giudicare dalla sua immobilità, sembrava lontano dai pensieri di coloro che erano venuti a dare l’ultimo saluto al defunto.

 

Tolte le scarpe, Munhyeok entrò silenziosamente nella stanza e si avvicinò all’altare. Il signor Yu, che non vedeva da diverso tempo, sorrideva in modo incongruo nella foto incorniciata.

 

Era stato, ed era rimasto, l’unica persona a regalargli sempre un sorriso.

 

“Padrone, non si preoccupi.”

 

L’unico ad averlo trattato come un adulto quando il suo mondo si stava sgretolando.

 

“Tutti commettono errori. Non si preoccupi troppo.”

“Sì, ma... e se il nonno mi odiasse? Papà mi picchierà di nuovo.”

“Glielo spiegherò io per bene. Non si preoccupi. Sa che suo nonno ha un debole per me, vero?”

 

Era per questo.

 

Era per questo che Munhyeok aveva riorganizzato i suoi numerosi impegni per rappresentare il gruppo Inseong a quella cerimonia.

 

Posò l’incenso e si inchinò rispettosamente davanti all’altare. In quel momento, la figura rannicchiata accanto a lui si sollevò. Munhyeok si girò verso di lei dopo aver terminato la preghiera. Finalmente apparve un volto. Munhyeok, che si stava preparando a inchinarsi davanti a quella persona, si bloccò all’improvviso.

 

Era una ragazza molto giovane.

 

Munhyeok sbatté le palpebre. Era Yu Seohee, l’unica figlia del signor Yu.

 

Era venuto lì anche per un altro motivo.

 

Sebbene non la vedesse da molto tempo, una strana sensazione di disagio si fece strada dentro di lui. Questa emozione tumultuosa gli parve stranamente familiare.

Il viso pallido e delicato di Seohee era rigato di lacrime. I suoi occhi erano pieni di una tristezza straziante e i suoi lunghi capelli, raccolti in una coda di cavallo ben ordinata, emanavano una certa purezza.

 

Solo le sue labbra erano di un rosso acceso.

 

Come dopo un bacio.

 

Alla vista dei suoi occhi, profondi come la nebbia, Munhyeok sentì improvvisamente un’irresistibile voglia di fumare.

 

“Chi è lei?”

 

Alla domanda appena sussurrata, Munhyeok rispose con il silenzio, giungendo le mani e posandole sulla fronte in segno di rispetto. Dal suo metro e novanta, mentre si inchinava, Seohee, a disagio, si chinò a sua volta con esitazione.

 

L’espressione di Munhyeok si irrigidì leggermente. La vista del suo corpo fragile risvegliò in lui ricordi dolorosi. Le emozioni, taglienti come lame, gli attraversarono tutto il corpo.

 

L’uomo lasciò sfuggire un sorriso amaro e si raddrizzò. Forse era a causa della perdita del suo unico genitore, ma vedendola rialzarsi in quel modo gli procurò un senso di colpa. Sembrava sull’orlo del collasso. Lo aveva percepito non appena l’aveva vista.

 

“Mi dispiace per la perdita di suo padre.”

 

La voce profonda, lenta e roca fece trasalire la giovane.

 

Munhyeok fece un cenno con il mento e il signor Beom, che aspettava in disparte, si avvicinò rapidamente con la valigetta in mano.

 

“È una sorta di risarcimento da parte del gruppo Inseong.”

“Quindi è lei il presidente?”

 

La voce, tanto fragile quanto il corpo, riecheggiò debolmente nell’aria. Munhyeok represse una risata nervosa.

 

Il presidente, davvero?

 

Anche se non ci sperava molto, sembrava che lei non lo riconoscesse.

 

“Pare che non si ricordi di me. Ci siamo incontrati molto tempo fa.”

 

Seohee batté lentamente le palpebre. I suoi occhi castani, che lo fissavano con calma e intensità, risvegliarono in lui un desiderio ardente.

 

Il suo sguardo non poté fare a meno di posarsi sulle sue labbra.

 

“C’è una cosa che vorrei assolutamente dire ai rappresentanti del gruppo Inseong.”

 

Vedendo Seohee stringere il pugno, come per trovare il coraggio di parlare, Munhyeok inclinò leggermente la testa.

 

“Mio padre aveva smesso di bere.”

 

Il silenzio opprimente fu spezzato da una leggera, quasi impercettibile risata di Munhyeok.

 

Seohee aggrottò le sopracciglia, mentre Munhyeok sospirò.

 

“Eppure ha seguito una lunga terapia per l’alcolismo.”

“Dopo la terapia non ha più bevuto una sola goccia.”

“Quindi sta contestando le prove delle telecamere di sorveglianza e i risultati dell’autopsia?”

 

Il desiderio gli fece tornare la voglia di fumare. Munhyeok fissò Seohee, accarezzando il pacchetto di sigarette nella tasca.

 

“Ha subito un trapianto di fegato.”

 

La voce di Seohee non tremava più; il suo tono era fermo e deciso. I suoi occhi sfidavano quelli di Munhyeok e lui trovò la cosa intrigante.

 

La luce tremolante nei suoi occhi, simile a quella di un cucciolo spaventato, era insopportabile. Quello sguardo innocente e puro evocava in lui una crudeltà perversa, un desiderio malsano di vederla crollare ancora di più.

 

“E allora?”

 

La sua voce, ora gelida, tagliò bruscamente il silenzio, ma Seohee non si lasciò intimorire.

 

“Era il mio fegato.”

 

Munhyeok abbassò lo sguardo verso il suo ventre. Se lei aveva amato abbastanza suo padre da donargli il proprio fegato, quale doveva essere l’ampiezza di quel sentimento? Munhyeok sapeva che lui non sarebbe mai stato in grado di fare una cosa simile, nemmeno sotto minaccia di morte.

 

“Dopo il trapianto, non ha più toccato alcol. Guidare ubriaco, quindi...”

“Capisco il suo desiderio di difenderlo.”

 

Munhyeok interruppe la conversazione con freddezza.

 

“Ma non mi interessa.”

 

Le labbra rosse di Seohee si chiusero lentamente tremando. Di fronte a quella scena, la gola di Munhyeok si strinse.

 

“Mio padre non è responsabile dell’incidente.”

“Il signor Yu era al volante.”

 

Il tono di Munhyeok rimase fermo.

 

“E questo corrisponde anche alla deposizione del passeggero.”

“Ma se potesse chiedere la riapertura delle indagini...”

“Il passeggero era mio fratello.”

 

A quelle parole, le labbra di Seohee si bloccarono. Munhyeok osservò la scena, con una luce quasi bruciante negli occhi.

 

Suo fratello.

 

Ma poteva davvero chiamare “fratello” un uomo che non condivideva il suo sangue e che era pronto a usare ogni mezzo per ottenere l’eredità?

 

L’espressione di Munhyeok si irrigidì ulteriormente al pensiero di Do Il. Una sensazione irritante e fastidiosa lo assalì.

 

“Mio fratello è rimasto gravemente ferito in quell’incidente.”

 

Se solo fosse stato veramente ferito.

 

Do Il, sdraiato nella sua stanza VIP, sembrava confondere l’ospedale con un hotel. Si permetteva di far arrivare attrici della sua agenzia di intrattenimento, fingendo di essere incosciente ogni volta che il nonno veniva a trovarlo.

 

Un ragazzino ridicolo e patetico.

 

Per colpa sua, spettava a Munhyeok ripulire il disastro.

 

“Faccio questa concessione solo per rispetto del signor Yu.”

 

Le lacrime salirono agli occhi di Seohee.

 

Munhyeok si odiò vedendola così. Il suo corpo reagiva con un’intensità che lo sorprese. Ancora una volta, di fronte a Seohee, riaffioravano le stesse emozioni.

 

Una crudeltà implacabile e un impulso perverso di voler distruggere quel suo sguardo immacolato e puro.

 

Munhyeok, nascondendo accuratamente quell’impulso, fissò intensamente Seohee.

 

“Dovrebbe accettare quei soldi.”

“Non mi servono.”

 

Lo sguardo di Seohee divenne più audace.

 

“Chiederò la riapertura delle indagini.”

 

Munhyeok, sentendo il suo campo visivo restringersi, mormorò a bassa voce:

 

“Può sempre provarci.”

 

Dopo aver osservato Seohee fissarlo senza dire una parola, si voltò per andarsene. Era il momento di mettere fine alle vecchie emozioni del passato. Quella donna non era al suo livello e non meritava neanche di essere considerata.

 

All’improvviso, un rumore secco risuonò alle sue spalle.

 

Munhyeok, con la fronte corrugata, si girò. Le banconote della valigetta ormai aperta si stavano spargendo tutto intorno. Persino il signor Beom, più sorpreso di lui, gridò:

 

“Che cosa sta facendo?”

“Si riprenda i soldi!”

 

Seohee urlò con disperazione.

 

“Non voglio i suoi soldi, voglio indietro mio padre!”

“Allora rimborsi ciò che ci è costato l’incidente causato da suo padre.”

 

Il tono freddo di Munhyeok si abbatté su di lei.

 

“Rimborsi tutte le spese dell’ospedale in camera VIP, i danni alle vittime e la perdita di valore delle azioni di Inseong Entertainment in seguito all’annuncio dell’ospedalizzazione del suo rappresentante. Paghi tutto quello che ci deve.”

 

Il volto di Seohee, rigato dal dolore, si contorse in un’espressione di disperazione profonda. Le sue sopracciglia, curve in una smorfia di pianto, rivelavano una sofferenza straziante.

 

Perché vederla così lo toccava tanto?

 

Munhyeok fissò Seohee in silenzio. Mentre lei portava le mani al viso, il suo corpo vacillò per un istante. Per la prima volta, Munhyeok lasciò cadere la maschera d’indifferenza che indossava.

 

Il corpo fragile della donna si piegò lentamente verso il pavimento. Prima che cadesse del tutto, Munhyeok la afferrò per la sottile vita e la prese tra le braccia. Il suo corpo si adagiò dolcemente contro il suo, mentre le lunghe ciglia, ora chiuse, tremavano pericolosamente.

 

Mentre teneva tra le braccia quel corpo che aveva a lungo desiderato, le pulsazioni del suo cuore si intensificarono vertiginosamente. Una fitta dolorosa, quasi insopportabile, attraversò ogni fibra del suo essere. Senza rendersi conto del pericolo che stava correndo, la donna si lasciò andare, priva di forze, tra le braccia di Munhyeok.

 

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