La luce nei suoi occhi - Webnovel - Narae

La luce nei suoi occhi

Carlo Lanna - Boys Love

East Sussex, 1812. Thomas è un giovane locandiere che ha imparato a vivere nell’ombra, nascondendo i propri desideri in una società che condanna ogni deviazione dalla norma. Quando nella sua locanda entra Richard, marchese bello e tormentato, la sua vita … altro


41 Episodi

Episodio 1

 

Richard

 

Lewes, East Sussex, novembre 1812.

 

Un colpo di pistola.

 

Una chiazza di sangue vermiglio cominciò a sporcare la sua camicia bianca.

 

Lo guardai attonito con la paura nel cuore a immobilizzare ogni fibra del mio corpo. Andai verso di lui per soccorrerlo, ma si era già accasciato al suolo.

 

“Stai tranquillo. Qui ci sono io. Resta vigile” sussurrai con la voce spezzata.

 

Quella chiazza stava mutando in una pozza di sangue e il panico sarebbe a breve diventato puro terrore. Era stato colpito poco sopra la spalla destra e, nonostante avessi premuto la ferita con il fazzoletto che avevo al collo, non riuscivo a fermare il flusso che sgorgava. Perché era successo tutto questo? Come mai lui era diventato vittima inconsapevole di un fuoco incrociato e di una vendetta che era stata consumata troppo velocemente?

 

“Non andare via, ti prego. Stai con me” dissi ancora.

 

Subito dopo sentii una pressione sulla schiena e il respiro profondo del mio assalitore. La canna fumante era pronta a colpire, di nuovo. Non mi voltai. Non volevo farlo, preferendo restare al fianco dell’unica persona che avessi mai amato, l’unica che mi aveva donato il suo cuore nonostante gli errori che avevo commesso e tutti i segreti della mia famiglia. Credevo, come per magia, di cauterizzare la ferita e di poter vivere di nuovo del suo sorriso e di quella luce brillante che vedevo nei suoi occhi.

 

“Cosa ci trovi in lui?” domandò poi il mio assalitore. Fu una domanda secca, dura, tagliente come la lama di un coltello.

 

“Ancora con questa domanda?” balbettai. “T-Ti ho già dato una spiegazione” risposi. “Per favore, chiama il dottore. Vai da mia madre e…”

 

“La mia gioia sarà vederti soffrire. È il minimo, dopo quello che hai fatto” sogghignò amaramente. Poi spinse ancora la canna della pistola contro la mia schiena e puntò il dito sul grilletto. Mi voltai quel tanto che mi bastava per sfiorare il suo sguardo, pregando di trovare un briciolo di compassione o di pentimento in lui. Ma non c’era niente di tutto questo. Vedevo solo un odio profondo nei miei riguardi e una rabbia furente. Ero impotente di fronte alla sua furia cieca. Cercavo una scappatoia, ma non restava altro che perire a causa della mia sincerità.

 

Dopotutto, perché avrei dovuto mentire per amore?

 

Chiusi gli occhi e mi preparai al peggio. Strinsi la sua mano ancora una volta e… pregai.

 

Partì un colpo, ma non dalla sua pistola. Lo udii in lontananza, come se fosse stato sparato da chissà dove. Tanto forte che spezzò il silenzio che avevo intorno. Sentii l’odore del sangue e alcuni schizzi mi arrivarono sul viso. Non ebbi il coraggio di guardare e di capire cosa fosse successo. Tornai a respirare solo quando non avvertii più sulla schiena il peso della pistola. Poi un tonfo e nient’altro…

 

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