Hunting the Shadow - Webnovel - Narae

Hunting the Shadow

Charlotte Munich - Fantasy Romance

Audrey conduce una doppia vita: di giorno è una parigina riservata, di notte diventa l’Ombra, una giornalista sfuggente che dà la caccia ai potenti e ai corrotti. La sua indagine in un laboratorio farmaceutico la porta nel cuore di una … altro


23 Episodi

Episodio 1

 

Audrey

 

Lunedì, 10h15.

 

Amo il mio lavoro. Di un amore sincero. Amo il silenzio ovattato dell’open space, le scarpe con il tacco, le borse eleganti, le riunioni civilizzate, le sfide intellettuali, i vernissage e i brainstorming. Amo lo champagne e il finger food, la notte parigina, i documenti Word ben formattati, la cartoleria con la carta patinata, i cosmetici di lusso e i bei ragazzi che sanno prendersi cura di sé. Sono un’adulta equilibrata e amo la mia vita. Anche se è strana, e a lungo andare finirà col farmi impazzire.

 

Ma l’ho scelta io, così. Tutto quello che faccio, lo faccio per una buona ragione.

 

È il mantra che mi ripeto quando il tizio esce dalla sala riunioni insieme al mio capo e mi rivolge uno sguardo viscido come la bava di una lumaca. Prima i capelli, poi la bocca, infine il décolleté. So che ci gioco su, che la mia assicurazione sulla vita è essere la bionda sexy e sorridente… ma a volte mi verrebbe solo da urlare per la frustrazione.

 

Per ora posso solo restituirgli un sorriso professionale, intatto fino all’ultimo, e aspettare che si allontani. Anche quando non mi vede più, continuo a sorridere per altri trenta secondi, fin quasi a dimenticare che ho i muscoli della faccia ancora tirati.

 

Poi respiro a fondo, bevo un sorso di caffè e torno a picchiettare sulla tastiera con le unghie laccate di rosa. Sto compilando l’elenco dei rischi di un cliente del settore energetico, e la cosa mi rilassa. Soprattutto i rischi industriali.

 

Adoro immaginare che esplodano.

 

Xavier, il mio capo, ricompare poco dopo, dopo aver scortato il probabile nuovo cliente fino all’uscita. Sulla mia scrivania, ordinatissima, posa una pila di documenti e brochure, insieme a qualche foglio A4 stampato.

 

“Puoi dare un’occhiata a questa roba? Non mi convince molto.”

 

In poche frasi mi spiega il problema del cliente: troppi articoli negativi sulla stampa nell’ultimo periodo. D’altronde, se smettessero di inquinare i fiumi a colpi di scarichi industriali, la loro immagine ne guadagnerebbe parecchio.

 

Io raccolgo la patata bollente e Xavier va a corteggiare un altro potenziale cliente. Quest’agenzia di comunicazione istituzionale l’ha fondata lui: ha talento e principi, e gli auguro di andare lontano. Per ora siamo solo in quattro a lavorarci. È un impiego interessante, anche, o forse soprattutto, perché a volte ci mette a contatto con personaggi davvero poco raccomandabili.

 

Quando l’open space torna silenzioso, sfoglio la documentazione del cliente sorseggiando il fondo del mio caffè, troppo forte e ormai tiepido. Ieri sono andata a letto troppo tardi.

 

Il tipo appena uscito vuole un pacchetto di comunicazione di crisi. Mi bastano dieci minuti per capire che probabilmente rifiuteremo questo cliente, perché è ovvio: non gli serve una mappatura dei rischi reputazionali né un protocollo di crisi né messaggi chiave.

 

Quello che gli serve è una coscienza ecologica. O meglio: una coscienza, punto. E una quindicina di milioni per rifare almeno due stabilimenti.

 

Sul mio piccolo taccuino rosa segno nome e contatti del CEO e del direttore di stabilimento, faccio una ricerca veloce sull’azionista principale e annoto qualche appunto. Ma dubito di avere il tempo di occuparmene subito.

 

In questo momento sto seguendo qualcosa di molto più grosso.

 

Proprio allora squilla il cellulare. È Pierrick. Giornalista investigativo indipendente e ambizioso. Abbiamo studiato insieme, prima di prendere strade diverse. Lui pensa che io sia la sua informatrice, quando in realtà è tutto il contrario.

 

“Ciao, bella. Che mi racconti?”

“Ciao, Pierrick. Che cosa posso fare per te?”

“Lavori ancora per Baudreux?”

“Sì, sempre.”

 

Baudreux Technologies è uno dei nostri clienti più importanti; se ci mollasse, Xavier probabilmente dovrebbe chiudere baracca. Ho anche motivi personali per voler lavorare con loro, benché mi facciano ribrezzo.

 

“E riesci a dormire la notte?” attacca il mio ex compagno di corso.

“Mmh…sì” rispondo. “Benissimo, direi.”

 

Se solo sapessi cosa faccio davvero di notte, Pierrick.

 

“Lo sai che Anselme è appena finito in custodia cautelare?”

 

Édouard Anselme, direttore delle operazioni di Baudreux. Me l’aspettavo, prima o poi la polizia avrebbe bussato alla sua porta. Non sapevo fosse già successo.

 

Sospetto che Pierrick si diverta un mondo a farmi notare che è più informato di me sugli inciampi giudiziari dei miei clienti. È un giornalista: scoop, esclusive, e l’idea di dominare la biondina che lo ha superato all’esame finale di Scienze Politiche, lo eccitano.

 

Ma è il momento di fingersi ingenua. Per esperienza so che, anche al telefono, funziona avere la giusta espressione sul viso. È per questo che tengo uno specchio sulla scrivania: non solo per ritoccare il trucco, ma per controllare come i miei occhi azzurri e la mia bocca color ciliegia si spalancano, innocenti.

 

“Cosa? Ma che dici! Non è possibile… accidenti.”

“Eccome” gongola lui. “Me l’ha detto una mia fonte in polizia. Stamattina all’alba. Quindi, pensi che Baudreux Tech commenterà la notizia?”

“Non ho ancora ricevuto indicazioni. È una novità freschissima, dovrò informarmi. Magari l’arresto di Anselme non ha niente a che vedere con il lavoro.”

 

Dentro di me, invece, esulto. È da tempo che sto braccando Baudreux.

 

“Ha tutto a che vedere col suo lavoro” insiste Pierrick. “È a causa della rivelazione che ha fatto lei stanotte sul blog.”

 

Trattengo uno sbadiglio e continuo a fare l’ingenua.

 

“Lei?”

“Lo sai benissimo di chi parlo. L’Ombra. Ha pubblicato un pezzo su Anselme la scorsa notte. Sui laboratori clandestini di Baudreux.”

“L’Ombra? Sempre lei?”

 

L’Ombra: giornalista-blogger introvabile, che si intrufola ovunque per indagare di notte, sempre un passo avanti a chi cerca di smascherarla. Pare abbia deciso di ripulire la capitale da chi sfrutta i più deboli.

 

Pubblica una o due volte a settimana al massino, e solo quando ha qualcosa di grosso tra le mani che potrebbe far esplodere mezza Parigi.

 

Nessuno è riuscito a scoprire la sua identità. Le uniche cose che si sanno su di lei, sono quelle che lei stessa ha rivelato. E la cosa fa impazzire la polizia e eccitare i giornalisti. Tutti si immaginano di poterla smascherare, ma è decisamente migliore di loro in informatica, o forse ha un buon hacker.

 

È vero: ho un super hacker. Il mio fratellastro, Karim, un genio. E il documento di cui parla Pierrick, è letteralmente la ragione per la quale ho dovuto stendere due strati di anti occhiaie stamattina.

 

L’Ombra sono io. Ma questo, Pierrick non lo saprà mai.

 

“Ah…” mi ascolto con la mia voce da ragazzina immacolata. “Allora me lo devo leggere. Mi puoi mandare le domande per mail e vedrò cosa posso fare per te.”

 

Lui protesta un pochino, ma poi finisce per accettare, e riagganciamo.

 

Resto immobile per un momento, con gli occhi fissi al soffitto, e mi autocongratulo in silenzio.

 

Si direbbe che sono riuscita a far fuori il numero tre di Baudreux. Non sarà sufficiente, ma è già incredibile. Mentalmente, affiggo Edouard Anselme alla mia collezione di caccia segreta, poi mi alzo e lascio la scrivania con la mia tazza rosa. Tutto questo merita un secondo caffè.

 

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